Il piccolo principe


Leggere mi piace davvero tanto, ma detesto nel più totale dei modi dover leggere un libro impostomi da terzi. Io leggo un libro perchè mi piace lo scrittore, perchè mi ispira la trama o per altri pochi motivi. Durante gli anni di scuola, soprattutto i primi, ho sentito spesso parlare de "Il piccolo principe", purtroppo non lo abbiamo mai trattato approfonditamente a scuola, preferendo altri soggetti magari anche meno utili, ma nonostante questo l'immagine che avevo di questo libro era distorta, perchè non lo conoscevo, non lo conosco tutt'ora.
Continuo a non conoscere questo libro perchè, col passare degli anni, non mi è mai interessato più di tanto iniziare a scoprirlo, proprio per il ricordo che avevo di quando ero più piccola, era uno dei tanti libri classici che non prendi erroneamente in considerazione.
Questo potrebbe essere un ottimo punto di partenza, per me e tante altre persone, di avvicinarsi ad un grande classico e ad un grande capolavoro della letteratura francese.

Una bambina si trasferisce in un nuovo quartiere dove inizierà il suo futuro, il suo percorso di crescita verso l'età adulta, organizzato minuto per minuto dalla madre. Il vicino di casa della bambina è un po' meno ordinario del resto della città, ma è invece un vecchietto che vive di immaginazione e fantasia il più possibile, per non dimenticare come sogna un bambino.


Senza dubbio le persone che hanno letto più volte "Il piccolo principe" sono avvantaggiate vedendo questo film d'animazione, perchè questa è tutto meno che una storia semplice.
Mi ha ricordato particolarmente Inside Out, per il suo modo di interagire con il pubblico, come cerca di "addomesticare" il pubblico, soprattutto quello adulto, perchè proprio come Inside Out questo film parla più che altro con gli adulti, e forse è anche molto più adulto nei contenuti.
La prima metà abbondante del film è qualcosa di incredibile; ti incastra in questa animazione mista tra digitale e stop-motion assolutamente innovativa e praticamente perfetta. Con la dolcezza della grafica digitale la trama culla il pubblico in un mondo in cui tutto è amaro, tutto è senza gioia, grigio, un mondo reale in cui tutto il tuo futuro è già pianificato e non c'è tempo per cosa non è essenziale, simile in modo quasi grottesco al nostro probabile futuro.
I bambini esistono non per essere bambini ma per diventare adulti, e ciò che nessuno si rende conto è che il peccato più grande è quello di dimenticare il proprio bambino interiore.
Dall'altra parte, con la stop-motion, sempre un po' inquietante ma che io amo molto, porta il pubblico in un mondo più pastello e pieno di romanticismo e di filosofia.


Il romanzo di Antoine de Saint-Exupéry è un'opera, vista solamente come può essere racchiusa in un film, molto complessa. E per questo motivo, la seconda parte del film mi è parsa un po' troppo abbozzata, come accade spesso nelle rappresentazioni sembra che alla fine il tempo sia troppo poco e si sia puntato tutto sull'inizio.
Si toccano comunque tematiche molto diverse tra loro che lasciano tanti dubbi dietro di sè, dubbi sui quali solamente un adulto può ragionare e che spesso ti fanno scoprire un'intima parte che si nascondeva dentro di te e di cui dimentichiamo l'esistenza, presi dal nulla che riteniamo essenziale nel nostro quotidiano. Come nella società creata della storia che le fa da cornice, anche noi ci stiamo inaridendo e riusciamo sempre meno spesso a viaggiare con la fantasia.
Toccante e profondo, non lo si può descrivere in altro modo. D'altronde è l'unione di un capolavoro com'è il romanzo, a cui deve più della metà del lavoro, ed il regista di Kung Fu Panda che ha saputo strabiliare il mondo intero.
L'animazione è spesso da troppe persone sottovalutata e sminuita, io sono tra quelle persone che pensa che nell'animazione ci sia più potenziale paragonabile a pochi altri generi. Abbiamo esempi straordinari al mondo di varie nazionalità che hanno saputo da un disegno a matita creare della poesia, insegnare e trasmettere messaggi che in altro modo non sarebbe possibile esprimere. Sempre da una matita e da un semplice disegno, è nato il piccolo principe, piccolo solamente nelle dimensioni ma che al suo interno racchiude uno straordinario adulto.

Commenti

  1. Diciamo che verso la fine il film "sbraga" cercando di dare, come ha detto giustamente il Doc Manhattan sul suo blog, un happy ending che nell'opera originale non c'è. D'altronde, per quanto "adulto", stiamo parlando di un film per bambini e io rammento benissimo di avere concluso da piccola la lettura de Il piccolo principe senza capirlo, con un po' di tristezza, quindi la forzatura è comprensibile.
    Ciò non toglie che Il piccolo principe sia grandissima animazione, il primo gioiellino del 2016... e sicuramente una validissima spinta per chi volesse avvicinarsi all'opera cartacea!

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    1. Questo me lo ero immaginato, avevo capito che la fine non era come l'hanno rappresentata, e pur non avendo letto il libro io queste decisioni non le appoggio.

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