The Hateful Eight


Da quando ho deciso di intraprendere questo viaggio cinematografico con serietà, e sembra ieri ma sono ormai già 6 anni fa, mi sono sempre imposta, nelle mie possibilità, di guardare più cose possibili. È naturale che iniziando da zero, con la conoscenza cinematografica che potevo avere a sedici anni, avevo bisogno di una formazione variegata; in poco tempo, dando il meglio di me, ho saputo iniziare a fare i miei piccoli collegamenti, a farmi una mia idea di un film. La regola della varietà ho sempre cercato di portarla avanti, ma è normale che, guardando molte cose, anche inconsciamente ognuno di noi nel suo cuore finisce con l'avere un debole per uno o più attori o registi o generi, è inevitabile. Ed è per questo motivo che anche io ho le mie debolezze. The Hateful Eight mi ha creato non poche difficoltà, perchè Tarantino è uno di quei pochi a cui tengo particolarmente e le motivazioni sarebbero plurime, ma la sua attesa è diventata quasi snervante culminando sabato pomeriggio nel momento pre-visione in un'ansietta effetto ascella pezzata che non vi sto a dire.

Durante una tempesta nel Wyoming, otto loschi figuri finiscono a doversi riparare in un'emporio per sopravvivere alla notte. Giunti durante la giornata all'empiorio di Minnie, si ritrovano a dover passare la notte sotto lo stesso tetto il Maggiore Marquis Warren, il cacciatore di taglie John Ruth detto "Il Boia" con la sua taglia da risquotere Daisy Domergue, Chris Mannix, Bob "il Messicano", il boia inglese Oswaldo Mobray, Grouch Douglas e l'anziano Generale Sanford Smithers. Tutti personaggi che, per un motivo o per un altro, non hanno molta intenzione di condividere lo stesso tetto di uno o più degli altri uomini.


Intanto partite dall'idea che vederlo all'Arcadia di Melzo nel modo in cui voleva lui, dove lo ha visto anche lui, è stata un'esperienza irripetibile, e chi ha avuto la fortuna come me di poterci andare sa a cosa mi riferisco. Il 70mm meritava davvero, così come la versione integrale (che tra l'altro non riesco a pensare ad una versione accorciata, insomma, cosa tagli?), sembrava di entrare nella barba e nelle rughe di Samuel L. Jackson o nei bei baffoni di Kurt Russell.
Se vi devo dire la verità, come successe anche per gli altri film di Tarantino, la lunghezza non l'ho sentita; trovo anzi che i suoi film abbiano un così forte potere di coinvolgimento che la durata (pur trattandosi di ben più di due ore) non si nota.
Da qua in poi non posso garantirvi un commento del tutto oggettivo, anzi sarei scorretta nel dire il contrario. The Hateful Eight è in tutto e per tutto un film in pieno stile tarantiniano, e messo a confronto con tutti i suoi altri lavori, quest'ottavo e terzultimo (circa) ha proprio l'aria di essere fino a qui il più maturo, ponderato in confronto agli altri che sembravano più percorsi da un moto di foga, specchio di un Tarantino più giovane.
Non sono esperta del genere western e non l'ho mai visto di buon occhio, ma lui me lo ha fatto rivalutare, ci ha dato un senso che prima, a causa della mia inesperienza, non c'era, gli ha conferito un sapore più moderno senza dimenticare però il valore di un tempo (vedi la scelta di girarlo in 70mm).


La trama di questo divertente film, che va verso il tramonto della sua carriera da regista (ahimé), di per sè non è nulla di particolarmente innovativo; somiglia tanto ad un Cluedo in cui ovviamente non mancano i monologhi supercazzola tarantiniani e adorabili, ma più che la vicenda di per sè è il modo in cui viene raccontata che lo rende particolare, ha un po' lo stesso principio di Pulp Fiction ed è la cura ai dettagli che lascia a bocca aperta, quando si conclude un suo film non c'è mai nulla di lasciato in sospeso che non sia ovviamente per sua scelta. Non metto in dubbio che sia un genere difficile da far apprezzare a chiunque, ma Tarantino ha creato un genere a sè, completamente personale, rifacendosi ai grandi del cinema aggiungendoci quel tocco di commedia grottesca che male non fa e che, me ne rendo conto, è difficile da digerire, ma solamente un ottuso potrebbe non riconoscere la sua maetria nello scrivere e la sua genialità nel dirigere. The Hateful Eight è l'ottava prova del fatto che lui mette anima e cuore in quello che fa e che è nato per fare questo.


La colonna sonora di Morricone va a completare il tutto, talmente creata su misura da non farci nemmeno caso, quasi come se la dessimo per scontata ma eppure c'è e aiuta Tarantino a creare il giusto pathos e la paranoia che, come gli ho sentito dire in un'intervista, voleva che fosse tangibile mentre rimbalzava tra le pareti della locanda.
Questo è esattamente il film che mi aspettavo, nè più nè meno, sicura del fatto che Tarantino continuerà a dare il massimo per gli ultimi film e che darà il massimo in qualsiasi cosa deciderà di fare successivamente.
Il cast è eccezionale, e a riguardo voglio nominare solamente Jennifer Jason Leigh che ho trovato davvero fosse la ciliegina sulla torta ma che, devo ammettere, non conoscevo prima d'ora. Per il resto del cast, c'è stata come una reunion di attori presi qua e lá da suoi film precedenti (e non solo) che ha creato, forse consciamente, una sorta di tensione familiare.
Praticamente inutile esprimere il mio dissenso nella scelta quest'anno di snobbare Tarantino agli Oscar, ma se non altro, a lui non serve una statuetta per sapere chi è veramente.

Commenti

  1. Forse non il miglior Tarantino di sempre, ma senza dubbio l'ennesima dimostrazione che, statuette o no, il vecchio Quentin è uno dei migliori registi del panorama americano degli ultimi trent'anni.

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    1. No, non il migliore, ti do completa ragione. Forse preferisco qualcosa di più impetuoso, ma comunque adorabile e al limite della perfezione.

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  2. Concordo con te anche sul discorso Oscar, Tarantino narratore ormai a livelli super, solo un genio può capire come utilizzare al meglio il Panavision 70mm in un film di interni ;-) Cheers!

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    1. Concordo in pieno! Il Panavision è uscito alla perfezione, è stato un vero spettacolo!

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  3. bel film, ma ora vorrei che il caro Tarantino la smettesse con i western :-)

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    1. Si, pure io, ma da quello che ho capito non ne farà più. Me ha fatti quanti ne ha fatti perchè si dice che ci sia un numero minimo per poter chiamare un regista "regista di western" e in qualche modo lui voleva quel titolo. Gli ultimi due saranno diversi, alcuni parlano di un terzo Kill Bill, ma io spero di no, sinceramente.

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  4. Guarda, sicuramente è un film eccezionale, però da un po di tempo Tarantino sta stufando con questi (spaghetti) western, se come dici è l'ultimo meglio così perché per me il migliore è Bastardi senza gloria che col western ha ben poco a che vedere ;)

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    1. Anche io non impazzisco, ma comunque li ho amati alla follia. Dalle mie fonti questo dovrebbe essere l'ultimo quindi gioiamo pure! Io invece non gioisco affatto se penso che ne mancano solo due x(

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  5. Ho apprezzato molto The Hateful Eight. Ho trovato Tarantino sempre più maturo, ma anche più politico ed eccezionalmente incattivito. Stupendo!

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    1. Concordo su tutto! Maturissimo, forse anche troppo ma è riuscito comunque a farmi morire dal ridere. Profondo amore.

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  6. E dire che io ci spero in un terzo Kill Bill... ^^'
    Comunque sì, film grandioso e di una cattiveria davvero rara. Peccato che io non ho potuto vederlo nei gloriosi 70mm :(

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    1. Non che io non li adori, ma secondo me la storia è conclusa in questo modo, portarlo avanti sarebbe solamente un'inutile prolungamento un po' stiracchiato.
      Quello è un vero peccato perchè io ero emozionatissima, quel cinema è qualcosa di grandioso, per farti capire, lo schermo della sala dove lo davano era lungo 30 metri e alto 15.

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  7. Hai detto bene, non gli serve la statuetta :) Grande film!

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