Mr. Holmes - Il mistero del caso irrisolto


Sherlock Holmes è uno di quei personaggi letterari che sono stati rigirati come frittate in ogni tipo di salsa. Si contano infatti 80 trasposizioni cinematografiche di cui la primissima fu un cortometraggio  americano del 1900, passando per spettacoli teatrali e televisivi, soprattutto in America, fino a giungere alle più recenti versioni con Robert Downey jr. e le singolari e contemporanee serie tv Sherlock ed Elementary.
Ce n'è per tutti i gusti, ma le probabilità di sfociare nella banalità e nella ripetitività sono altissime.

Sherlock Holmes, ormai anziano, si è ritirato da anni in una piccola casetta nella campagna inglese, abbandonando ogni tipo di investigazione. A remare contro la sua brillante logica che lo ha sempre contraddistinto, c'è l'avvento della perdita di memoria dovuta agli anni che passano, il che di certo non aiuta la sua convivenza con una madre ed il figlio nella sua stessa casa, ma soprattutto il suo carattere burbero e introverso.


Sherlock si trova in un momento di smarrimento; è consapevole di essersi ritirato nella campagna per punirsi, ne era certo, ma non riusciva a ricordare il perchè, non riusciva a ricordare il suo ultimo caso.
Il suo passatempo, quello di curare le api che possiede, è una specie di terapia per lui, ed il figlio della governante, Roger, presto imparerà l'importanza di quei piccoli animali.
Giorno dopo giorno, il rapporto tra Sherlock e Roger si farà sempre più stretto e, anche se con molta difficoltà, Sherlock inizierà a ricostruire la sua ultima avventura.
La prima cosa a cui ho pensato quando è finito il film è stata: "Ammazza che lentezza!". Ripensandoci a freddo, a dire il vero, c'è una più ampia spiegazione da dare.
Mr. Holmes ha un enorme problema di bilanciamento e si può facilmente dividere in tre parti; ha un inizio abbastanza interessante dove viene inquadrato per bene il suo carattere, reso unico da McKellen che ha sfoggiato forse una delle più belle rappresentazioni di Sherlock Holmes del cinema, e fin qua tutto bene, il problema viene dopo. La parte centrale è a dir poco soporifera, la ricostruzione dei fatti è stata (forse appositamente) resa molto lenta e difficoltosa, probabilmente per trasmettere al meglio l'idea della fatica con cui Sherlock riusciva, pezzo per pezzo, a risalire all'accaduto. Nell'ultima parte, invece, è stata ammassata tutta la spiegazione dei suoi ragionamenti in pochissimi minuti, senza dare al momento di epifania il giusto peso dando invece troppa importanza alla parte centrale. Così in quattro e quattr'otto finisce, come se si fossero dilungati troppo nella parte centrale.


A parte questo enorme errore di calcolo, Mr. Holmes ha un grande cuore; raccontando due storie in contemporanea a quella in tempo reale, riesce a creare un profilo psicologico ricchissimo. 
La sua non è più una figura simile a quella del recente Cumberbatch, fiero e sbruffone, ma è più un uomo anziano, che deve fare i conti con una memoria che non è più la sua, con un corpo che non lo regge più e su cui non può più contare. Il suo comportamento irascibile e burbero, portatogli da una vita piena di solitudine, viene scalfito lentamente dalla dolcezza di un ragazzino in cui rivede se stesso e grazie al quale riuscirà anche ad accettare la sua anzianità e a raggiungere la pace.

I film brutti sono ben altri. Le ambientazioni regali ed eleganti della campagna inglese, la dolcezza di un uomo che scopre di essere non lontano dalla morte, tradito dal suo stesso corpo. 
Di certo non è un film giallo come può esserlo quello della saga con Robert Downey jr, piena di azione e battutine ironiche, finireste per rimanerne delusi. Mr Holmes è la fase conclusiva della vita di uno degli uomini più famosi della letteratura, ma pur sempre un uomo.

Commenti

  1. Non sono un grande fan di Sherlock Holmes e questa trasposizione qui non mi è piaciuta proprio. Per l'appunto... Noioso e troppo lento. Contento però di leggere un parere del tutto opposto al mio!

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    1. Inizialmente la pensavo come te, però ripensandoci a freddo credo che la lentezza sia solo un neo in confronto a ciò che mi ha trasmesso.

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  2. per me il film è stato troppo didascalico e da palpebra pesante, è sufficiente solo per l'enorme talento del protagonista...

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    1. Ciao ^^ è la prima volta che ti vedo o sbaglio?
      Comunque lui ha fatto gran parte del lavoro, certo, mi è piaciuto anche tutto il resto francamente.

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    2. ti seguo da un po' :-), si è la prima volta che commento...

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    3. Uh ma che piacere! Benvenuto allora ^^
      Mi faccio un giro da te.

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  3. E' un film inglese fino al midollo. E gli inglesi difficilmente fanno brutti film. Se poi c'è Ian McKellen... vale la pena vederlo solo per lui. Non sarà un capolavoro, ma la visione la merita a prescindere.

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    1. Sono d'accordo, io amo sia l'Inghilterra, sia i film inglesi che McKellen, quindi la lentezza l'ho sentita di sicuro ma non ho potuto non apprezzare il resto. A me basta e avanza. L'ho trovata una versione diversa di Sherlock Holmes, fino ad ora sempre rappresentato come giovane, prestante e sbruffone.

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  4. Ne ho sentite un po' di tutti i colori su questo film, e finora sei quella che gli ha dato il voto più alto. Non so ancora se vederlo, anche perché manco io sono un gran fan di Holmes, ma prima o poi... chissà...

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    1. Si la cosa non mi stupisce xD a volte sono un po' generosa ma questa volta penso di essere stata oggettiva.
      Comunque una visione la merita anche solo per Ian.

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  5. Soltanto a vedere la locandina della pellicola mi viene da sbadigliare. :)

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