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Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

The Shape of Water

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  Continua la preparazione agli Oscar che si terranno la notte tra il 4 ed il 5 marzo. Quest'anno sono lenta e non è la prima volta che mi capita. Sono pigra nell'avvicinarmi ai titoli in lizza, principalmente per l'enorme paura di rimanerne delusa, la stessa motivazione che ogni anno mi fa arrivare praticamente all'ultimo minuto con il recupero. Puntualmente, ogni anno, succede che esco dalla sala stregata e innamorata, ma la cosa difficile per me è entrarci, in quella sala. È successo anche con del Toro. Dopo i tantissimi commenti entusiasti sul suo The Shape of Water , avevo il terrore di odiarlo, di non capirlo, di non innamorarmene, di non poter condividere la gioia che invece ha riempito i cuori della maggior parte dei miei conoscenti e amici.  Uno dei film più quotati come vincitore in questa edizione degli Oscar parla di Elisa, una donna muta e sola nella vita, se non fosse per il vicino di casa con cui passa la maggior parte del tempo e la collega di

To the Bone

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C'è un non so che di Netflix che ti porta a saltare da un genere all'altro senza molta preparazione a precedere le visioni e senza una vera logica nella scelta. Quindi, dopo una serie comica ed una drammatica, ho deciso di intercalare con il primo film che, a drammaticità, non scherza affatto. Ecco qui quindi, si potrebbe dire, l'ennesimo film sulla malattia, in cui Lily Collins interpreta una ragazza di vent'anni affetta da una grave forma di anoressia. Ironia della sorte, dopo le riprese del film, venne fuori che la stessa Lily Collins ha sofferto di disturbi alimentari nell'età dell'adolescenza, uno sfogo che lei stessa ha rilasciato in seguito alla sua interpretazione, così intima e sentita da averle fatto ripercorrere alcuni periodi cupi della sua vita. Un periodo, l'adolescenza, che i media stanno riportando al centro dell'attenzione, o forse di cui non hanno mai smesso di parlare, un periodo complesso, in cui ognuno di noi cerca di t

25 indiscrete domande cinematografiche

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Ecco il mio post in risposta ad una nomination ricevuta da Marco Contin di  La stanza di Gordie . Questa volta non si scherza, le domande cinefile, come dice anche il titolo del post, sono 25 e serviranno ad identificarci come appassionati del mondo del cinema, insomma, per conoscerci meglio. Iniziamo subito! 1. Il personaggio cinematografico che vorresti essere: Questa è sempre una domanda difficile per me, ma direi che una parte di me si sente molto Malefica della Jolie, mentre l'altra Amelie, quindi... 2. Genere che ami e genere che odi: Adoro i thriller psicologici e non sopporto la commedia italiana volgare. 3. Preferisci i film in lingua originale o doppiati?: In vista della mia futura (si spera) professione, dovrei dire doppiati, ma visto che io li guardo rigorosamente in lingua originale quando possibile direi che ognuno deve approcciarsi al cinema come più è a suo agio. 4. L'ultimo film che hai comprato: Per quanto mi piacerebbe avere una videoteca e

Death Note (2017)

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Direte voi, giustamente, ma con tutte le cose belle che ci sono al mondo da guardare, devi proprio guardare la porcata più porcata mai prodotta da Netflix? Ebbene sì, ma non perché sia masochista, quanto per una questione di completezza. Lo evitavo da troppo tempo ed era giusto il momento di vederci chiaro, a mesi di distanza dal polverone che aveva alzato. Per me Death Note, e parlo ovviamente dell'originale, è un mostro sacro, irraggiungibile, inviolabile, ineguagliabile. È un capolavoro dell'arte giapponese, reso poi un godibilissimo anime che rivedo molto volentieri ogni tanto negli anni, l'ultima volta di recente, per giunta. Nel periodo della mia adolescenza è stato un faro, un punto di riferimento, l'inizio di tutte le mie passioni, un vero e proprio punto di inizio. Non contenta mi ero anche vista un paio di film giapponesi, uno un vero e proprio remake e l'altro una sorta di spin-off sul L (se non sapete di chi parlo, quella è la porta), L change the

The End of the F***ing World

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Questa piccola serie inglese è stata distribuita a livello mondiale su Netflix dopo il poco successo riscontrato sulle televisioni locali trovandosi, invece, completamente nel proprio habitat in quel di Netflix, che la ospita ormai da un mesetto. Si parla di 8 episodi da venti minuti circa l'uno, talmente veloce che, per esperienza personale, la si divora in pochissimo tempo. James è un ragazzo di 17 anni con manie omicide, uccide infatti animali di piccola taglia per provare qualcosa, dato che non sembra provare alcuna emozione. Volendo provare ad uccidere una persona, prende come obiettivo Alyssa, una compagna di scuola appena conosciuta. Tra i due però si instaura uno strano rapporto, diventano complici, letteralmente, ed iniziano una particolare avventura che li spingerà in situazioni fuori dal comune. Stavo esplorando Netflix con l'intento di guardare qualcosa di carino e poco impegnativo quando mi è stata consigliata questa ed io, innamorata di Alex Lawthe

Il postone di febbraio 2018

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Dal 1 febbraio Maze Runner - La rivelazione Regia: Wes Ball Attori principali: Dylan O'Brien, Kaya Scodelario, Thomas Brodie-Sangster Genere: Azione Trama: Il seguito ed ultimo capitolo della saga continua a raccontare la storia dei quattro protagonisti riusciti a scappare dal mortale labirinto, e ora in fuga in una terra desolata colpita dalle eruzioni solari. Sono tornato Regia: Luca Miniero Attori principali: Massimo Popolizio, Frank Matano, Stefania Rocca Genere: Commedia Trama: Remake del film rivelazione tedesco, campione d'incassi, la versione italiana immagina il ritorno ai nostri tempi di Benito Mussolini in persona e si prepara e si prepara a far discutere e riflettere. La commedia si muove tra l'ilarità che suscita il personaggio visto come parodia di se stesso e l'inquietudine che nasce di fronte alla sua capacità di guadagnarsi ancora un seguito. The Post Regia: Steven Spielberg Attori principali: Meryl S