Death Note (2017)
Direte voi, giustamente, ma con tutte le cose belle che ci sono al mondo da guardare, devi proprio guardare la porcata più porcata mai prodotta da Netflix? Ebbene sì, ma non perché sia masochista, quanto per una questione di completezza. Lo evitavo da troppo tempo ed era giusto il momento di vederci chiaro, a mesi di distanza dal polverone che aveva alzato.
Per me Death Note, e parlo ovviamente dell'originale, è un mostro sacro, irraggiungibile, inviolabile, ineguagliabile. È un capolavoro dell'arte giapponese, reso poi un godibilissimo anime che rivedo molto volentieri ogni tanto negli anni, l'ultima volta di recente, per giunta. Nel periodo della mia adolescenza è stato un faro, un punto di riferimento, l'inizio di tutte le mie passioni, un vero e proprio punto di inizio. Non contenta mi ero anche vista un paio di film giapponesi, uno un vero e proprio remake e l'altro una sorta di spin-off sul L (se non sapete di chi parlo, quella è la porta), L change the World. Si parla di due film antecedenti al 2010, brutti, molto brutti, eppure contenevano in pieno l'atmosfera del manga e le sue intenzioni, rimanendogli anche particolarmente fedeli. Nonostante si parli di film di ben dieci anni fa, rimangono più belli di questo.
Capite bene che non avrei mai potuto perdermi questo capolavoro di remake americano, per nulla al mondo.
E vi dirò che il qui presente Death Note, diretto da uno che passava di lì che ha diretto alcuni horroretti da due soldi e The Guest, che divise il pubblico in due, è anche riuscito a stupirmi: è pure più brutto di come me lo immaginavo.
È talmente brutto che fallisce miseramente nel suo intento di film horror, inizialmente, e thriller, poi, diventando un insieme tra commedia e parodia talmente imbarazzante da non far nemmeno ridere. Un susseguirsi continuo di libertà narrative, pessime scelte di sceneggiatura e prove attoriali da far accapponare la pelle. Non avrò pietà, non ne vedo il motivo, perciò tenetevi forte.
Nat Wolff, per quanto mi riguarda, può benissimo nascondersi per il resto della sua vita, dato che, incapace a recitare, ha rovinato uno dei personaggi più carismatici dei fumetti mai esistiti. Il suo è un Light isterico, lunatico, impulsivo e...bimbominchia. Quella che dovrebbe essere Misa Amane, interpretata dalla ballerina e modella Margaret Qualley, è anche lei un peronaggio con un cervello praticamente inesistente, un'oca giuliva, una prima donna rimbecillita e col carisma di una statua di bronzo.
Non parliamo poi dei personaggi di L e Watari, il vero insulto all'originale sono proprio loro due, tra cui L ha veramente toccato l'apice dell'inutilità. Questo film non merita di essere chiamato in quel modo, principalmente perché la storia è completamente diversa da quella che trovereste nel manga, è piuttosto una libera ispirazione e adattamento (evitabilissimo) americano, l'ennesimo di cui non sentivamo l'esigenza.
Unica nota positiva, forse, rimane il doppiaggio di Ryuk, donato da Willem Dafoe, che perlomeno è azzeccato e spiritoso e alza leggermente il livello generale del film.
Altro punto da dimenticare sono le morti esagerate e alla Final Destination, di una volgarità estrema, oltre ad essere completamente inutili e piazzate per attirare l'attenzione dei giovanissimi, forse anche con l'intento di renderlo un film leggermente più interessante agli occhi dei non fan dell'originale.
In questo macello non si salva niente ed il film passa molto velocemente ad essere un modo come un altro degli americani per far vedere quanto a loro non necessiti inventare, quando riescono perfettamente a creare aspettativa facendo remake dei capolavori altrui. Oltre ad una mera operazione commerciale, questa cosa chiamata film è soprattutto un insulto, una mancanza di rispetto a quello che rimarrà alla storia come uno dei manga più importanti e amati di sempre, troppo grande per rischiare di rovinarsi con un filmaccio come questo.
Mancano veramente le parole per descrivere quanto in questi momenti i colossi americani mi facciano ribrezzo, mettendo sempre loro al primo posto insieme al loro ridicolo ego.
Una porcata bella e buona che non merita nemmeno tutto il baccano sollevato alla sua uscita sulla piattaforma.
Indignata e schifata, per un po' con questo ho fatto il pieno di porcate.
Ti ho nominato per un giochino cinematografico, se ti va di partecipare passa da me :)
RispondiEliminaGrazie ^^ passo subito
EliminaUh buon Dio cosa leggo, la prossima volta che ti vedo a Torino ti tiro le 'recchie. Il povero Wingard ultimamente ha sbagliato tutto ma povirazzo You're Next è un signor horror e anche i corti girati per V/H/S e The ABCs of Death non sono niente male. Come regista ha molto occhio per la composizione dell'immagine e le luci, per il resto Death Note è LaMMerda vera, concordo con ogni parola del tuo post e ti compiango, non leggi con attenzione i blog di noi poveri vecchi che risparmieremmo tanto orrore a voi giovani fanciulli (inserito in cima alla worst list 2017, mica catZee)... U__U
RispondiEliminaYou're Next l'ho trovato mediocre, i corti non li ho visti, ma con questo si è proprio scavato la fossa, dai. Avevo letto tutto su questo insulto chiamato film, ma dovevo vedere con i miei occhi xD
EliminaIo avrei fatto un film dal zero. Una nuova storia con un Death Note e gente nuova.
RispondiEliminaFare ste cose mezze americane e mezze giapponesi non hanno mai senso.
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