Chiamami col tuo nome
Chiamami col tuo nome inizia senza tante cerimonie. Siamo trapiantati nel 1983, "da qualche parte nel nord Italia", in una di quelle estati che non passano mai, di quando hai diciassette anni ed i minuti sembrano ore ma poi qualcosa di colpo cambia e le cose ti cadono addosso come macigni. Sotto gli albicocchi nel pieno della maturazione, a raccoglierne i frutti, c'è Elio, un ragazzo molto intelligente, appassionato di musica e lettura, che si presta ad accogliere un nuovo studente che, come ogni anno, passerà alcune settimane da loro. Però questa volta è diverso, dalla macchina non scende una persona qualsiasi, ma Oliver, un ragazzo americano un po' più grande di Elio che finirà per stravolgergli l'estate. È proprio in questo modo che mi immaginavo gli Oscar di quest'anno, o almeno speravo in un film che mi facesse finalmente provare qualcosa di vero. Dimentichiamoci i parallelismi con il Moonlight dell'anno scorso, si parla sempre di omosessua...