The Revenant - Redivivo


Nel primo ventennio del diciannovesimo secolo gli uomini, di diverse nazionalità, esploravano le terre dell'America ancora sconosciuta per predominare l'uno sull'altro. Glass è l'uomo che più di tutti conosce quelle terre sconosciute e inospitali e senza di lui la strada per l'accampamento sarebbe molto pericolosa. Glass, il cui unico obiettivo era tenere in salvo il figlio indiano, mentre una notte si avventura nel bosco per cacciare, viene attaccato da un orso e ridotto in fin di vita. I compagni decidono di contiuare il cammino da soli lasciando al suo fianco tre uomini, tra cui suo figlio, per accudirlo nelle sue ultime ore di vita, ma le cose non andranno secondo i loro piani.

Non mi accade spesso, anzi quasi mai, di avere un'idea di come potrebbe essere un film prima di vederlo. Si, guardo i trailer, ma non mi fermo mai più di tanto a pensarci, li guardo e basta. Anche perchè il brutto di avere delle aspettative è che al 90% il film poi te le distrugge, quindi è meglio non averne.
In questo caso, grazie alle tante voci, alla trama dettagliata, avevo invece un'immagine abbastanza precisa nella mente di come sarebbe potuto essere, e per la prima volta nella mia vita, il film era esattamente come me lo ero immaginato.
Lasciando da parte per un attimo le chiacchiere varie su Leo e l'Academy, penso sinceramente che Inarritu abbia battuto il se stesso di un anno fa. Insomma, non ci sono dubbi, il punto di forza del film è proprio la regia, una delle più sublimi e piacevoli che abbia mai avuto il piacere di vedere. E dobbiamo tenere in conto che Birdman, dell'anno scorso, a me piacque da impazzire.
Non avendo letto il romanzo dal quale è tratto, non so bene quanto sia stato attinente alla storia originale, ma dovendo dare un giudizio in base al film penso che sia stata la regia in assoluto più bella dei film che ho visto nel 2015. Pur essendo quasi privo di dialoghi, è riuscito ad esprimere molte più emozioni (e non per forza positive) di quante avrebbe potuto esprimerne in altro modo. Questo già vale da solo come motivo per guardarlo e, per quanto mi riguarda, il premio alla regia è già nelle sue mani, meritatissimo.


C'è da dire che la trama regala ampie scene di azione intervallate da momenti più lenti, intimi, ma proprio su questo voglio puntualizzare che non lo si deve interpretare come difetto del film, ma anzi, come pregio. La storia fondamentalmente parla dell'avventura di un uomo, di quanto sia andato vicino alla morte e al suo spirito di sopravvivenza che, attraverso mille insidie, lo ha riportato alla vita. Sono proprio quelle mille insidie che possono apparire tutto subito un po' noiose nella parte centrale del film, ma che sono fondamentali che capire lo sviluppo psicologico e fisico del protagonista. Un film come questo non si può basare solamente sui momenti di azione, ed il suo obiettivo, assolutamente riuscito, è quello di far provare al pubblico ciò con cui Glass ha dovuto combattere, e non mi riferisco solo all'orso.


Venendo all'argomento più spinoso, devo subito chiarire che Di Caprio non è mai stato uno degli attori che ha saputo più di altri emozionarmi, c'è poco da dire, ad alcune persone arriva di più, a me decisamente di meno, ma non per questo sono cieca per non vederne la bravura. Lui rimane uno degli attori più meritevoli dei nostri giorni, senza ombra di dubbio.
In questo film, ad essere sincera, non ho visto un Di Caprio superiore o particolarmente più coinvolto rispetto ad altre interpretazioni passate, perchè si somigliano tutte molto nella loro potente intensità, comunque molto buona e al livello della regia di Inarritu.
Dovendo dire la mia sugli Oscar, quest'anno si sente nell'aria che potrebbe farcela, sia per una giustizia nei confronti suoi e del film, sia per una mancanza di effettivi concorrenti nella sua categoria.
Sono poi contentissima per la presenza di due attori che in questo periodo sto apprezzando particolarmente, ovvero Tom Hardy e Domhnall Gleeson i quali si sono anche loro adattati al ruolo, senza dubbio Tom più di Domnhall il quale deve fare ancora molta strada. Hardy invece ha sfoderato una meravigliosa interpretazione che gradirei molto sentire in lingua originale un giorno ma che tempo si somigli molto ad alcuni suoi personaggi del passato, insomma, gli riesce bene sia il rozzo che il buon'uomo, però sono dell'idea che dovrebbe interpretarli con più distacco l'uno dall'altro.


Ma a fare la differenza è stato il paesaggio, in gran parte del Canada e poi, per questioni di condizioni atmosferiche, dell'Argentina, ha saputo donare al film il 50% del suo fascino favorendo anche una fotografia spettacolare e memorabile opera di Emmanuel Lubezki, che aveva già lavorato con Inarritu in Birdman.
Un film che è stato una vera e propria avventura girarlo e che vale tutto il tempo ed il denaro speso nel realizzarlo. Detto questo, per un mio gusto molto personale, ho apprezzato di più Birdman a questo e lo reputo leggermente superiore, ma è solo per un mio personalissimo pensiero, dal punto di vista tecnico Revenant lo batte a mani basse.

Commenti

  1. anche per me va visto al cinema e sono stato mediamente soddisfatto, però mi aspettavo un po' più di contenuti...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mmm io no, è una storia ababstanza essenziale ma dalle linee ben definite.

      Elimina
  2. Concordo sulla storia essenziale, ma purtroppo la pochezza della trama, in tre ore, pesava. Mi è piaciuto - visivamente staordinario - ma alla fine dell'anno non lo ricorderò. Hardy è grandioso, e io ho avuto la fortuna di vederlo in lingua originale, ma DiCaprio, anche in lingua originale, con il suo personaggio laconico e tutto un dolore, non mi ha detto granché. Alla regia, però, Alejandro fa faville. Insomma, per me Revenant dovrebbe vincere solo per la Miglior Regia. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, in realtà anche per quanto mi riguarda, quello è un punto che non ho trattato.

      Elimina
  3. Esteticamente splendido, migliore nella parte più "realistica" che in quella onirica.
    Comunque, un gran prodotto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si diciamo che il punto di vista filosofico lo tiri più fuori tu, ma nel complesso è molto riuscito.

      Elimina
  4. Sicuramente un film meritevole, ma per me a tratti il regista ha sbragato troppo.
    Comunque è tecnicamente ineccepibile e Hardy riba la scena a tutti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non capisco molto questa cosa dello sbragamento, sinceramente.
      Comunque si, Hardy spettacolare.

      Elimina
  5. Mi è piaciuto molto. Lo considero un ottimo film, ma gli manca qualcosa per essere perfetto. Non so dire cosa..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, la penso come te. Penso sia un po' di carattere, un po' di cuore in più.

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Soul - E si torna a vivere

Notte Horror 2017: La zona morta

Le novità al cinema di aprile 2015