Veloce come il vento


Giulia De Martino ha diciassette anni e la passione per le corse automobilistiche che il padre le ha trasmesso. Dopo la morte del padre si ritrova, in assenza di una figura materna, a dover badare da sola al fratello minore Nico nella cascina in campagna.
Ed è qui che arriva Loris, il fratello maggiore ex campione di rally e neo tossicodipendente che tenta di riavvicinarsi a modo sua alla sorella che conosce a malapena, attratto dall'eredità paterna. Ma la casa, unica vera eredità del defunto padre, si scopre essere stata messa in palio dallo stesso sulla vincita del campionato e la responsabilità è tutta sulle spalle di Giulia.

E siamo di nuovo qui, davanti a ciò che per la critica è uno dei pochi film italiani veramente memorabili dell'anno in corso, e io sono sempre qui, forse un po' suggestionata da questa loro entusiasta reputazione.
Se ne sono sentite molte su questo film, ed è inevitabile dato che succede raramente di vedere il cinema italiano in un così florido periodo, ma la cosa che più mi ha colpita è stata quella del paragone tra Veloce come il vento e Rush, quando i due film hanno probabilmente in comune solo il fatto di trattare entrambi (anche) di gare automobilistiche, mentre per il resto è come paragonare mari e monti.
Siamo appunto in un felice momento per il cinema italiano che sta lentamente cercando la sua via con non pochi intoppi e credo ci sia una caratteristica in particolare, un elemento fondamentale del buon cinema in generale, che mi è chiaramente saltato all'occhio con questo film e con il fantastico Lo chiamavano Jeeg Robot: il cuore, caratteristica dalla quale non può non dipendere un buon film e che il cinema italiano può spesso vantarsi di avere mentre invece in quello americano (per ritornare al caso di Rush), spesso e volentieri viene proprio dimenticato.
Veloce come il vento è, anche con i suoi difettucci, cuore puro.


E' una possibilità quella che questo film abbia giocato un po' sporco, che poi non sarebbe nemmeno il modo giusto per dirlo. Semplicemente fa il suo lavoro come ogni buon film d'intrattenimento, ovvero, oltre ad essere stato realizzato con cuore, arriva al cuore dello spettatore con una semplicità disarmante. Sarà per questa protagonista, interpretata da una giovanissima Matilda De Angelis al suo debutto, determinata, fiera, forte ma fragile allo stesso tempo, oppure per uno Stefano Accorsi a dir poco straordinario e con un compito tutt'altro che semplice, in un ruolo scomodo e pieno di responsabilità, fatto sta che il film funziona esattamente come l'amico/concorrente di Mainetti e nemmeno per un attimo delude.
Questa volta gli italiani sono riusciti a non annoiare pur raccontando una storia vera (arduo compito) e a dare del filo da torcere a molti blockbusters provenienti da tutto il mondo con un'opera completa, umile ed appagante.
C'è solo da sperare che non perdano la retta via, potrebbe essere il caso in cui pure una come me (sempre un po' scettica sull'argomento) possa finalmente provare le brezza del patriottismo in ambito cinematografico.

Commenti

  1. mi è molto molto piaciuto, perché come te, ci ho visto il cuore...
    purezza che mi ha conquistata

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  2. Concordo su tutto, Accorsi straordinario... uno dei più bei film dell'anno è italiano :)

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    1. Che orgoglio!! È la prima volta che lo provo a dire il vero.

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  3. Vado a vederlo Mercoledì o Giovedì e già il trailer mi ha fomentato parecchio. Spero sia il gran film che dicono un po' tutti!

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    1. Secondo me il trailer addirittura non lo rappresenta al meglio.
      Aspetto il tuo giudizio ^^

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  4. A sorpresa sta convincendo tutti. E io che non gli avrei dato mezza lira...

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    1. Io ne ho sentito parlare bene fin dall'inizio e sinceramente Accorsi in quel ruolo mi ha incuriosita!

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  5. Assolutamente d'accordo: si può dire che "Jeeg Robot" ha aperto la strada e Rovere l'ha percorsa a tutta velocità... è proprio l'anno del cinema italiano "di genere", finalmente con un'accezione NON negativa. Un film semplice, diretto, puro, forse un po' ingenuo ma che colpisce al cuore, lineare nella struttura per venire incontro allo spettatore "medio", che vuol vedere sullo schermo ciò che si aspetta. Mi è piaciuto moltissimo! :D

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    1. Rimane la domanda: pur essendo due generi diversi e con un siverso obiettivo, quale dei due si preferisce?

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    2. Beh, quello dipende dai gusti... sono due film proprio agli antipodi: "Jeeg Robot" è un fantasy con effetti visivi dignitosissimi nonostante lo scarso budget a disposizione, mentre "Veloce come il vento" è perfino fin troppo realista nelle scene d'azione! A me, comunque, sono piaciuti entrambi :)

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    3. Si esattamente! Tra l'altro Jeeg Robot ha utilizzato effetti speciali anche dove non pensavo fosse necessario, questo mi ha un attimo colpita.

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