Tutti vogliono qualcosa


Ambientato negli anni '80, è la storia del periodo di transito di Jake dalla vita liceale a quella del college, dove lui, ed il gruppo di ragazzi con cui andrà a vivere, fanno parte di una squadra di baseball.

Il passaggio di cui si parla qui sopra, praticamente quello che ti porta verso l'età adulta, è un periodo particolare e per ognuno di noi è diverso. E' un periodo particolare perché si finisce il liceo, lasci le amicizie che magari ti seguivano dai tempi dell'asilo, e devi prendere le prime decisioni importanti della tua vita, ma dura tutto pochissimo, normalmente il periodo estivo, e quando finisci il liceo senti come una sensazione di vuoto, come se tutto fosse possibile. Questo periodo finisce non appena giunge settembre e tu ti ritrovi col culo a terra e la realtà delle cose davanti; si ricomincia, qualsiasi cosa tu abbia scelto di fare, e non sarà mai più come prima.
Ma quell'estate normalmente è uno dei periodi della vita che non si dimenticano, ed è proprio quel periodo che Linklater ha voluto raccontarci, più nello specifico l'arrivo di Jake nel classico college americano che noi conosciamo solamente grazie ai film.


Gli anni '80 io, chiaramente, non li ho vissuti, ma penso che potendo tornare indietro sarebbero stati anni in cui avrei voluto vivere, dopo gli anni '60, e di conseguenza tutto ciò che è ambientato in tali anni mi ha sempre incuriosita, nella mia mente è dipinto come il decennio di Michael Jackson e dei ventenni che sembrano già quarantenni.
Fatto sta che esistono alcune teorie secondo le quali questo film sia in qualche modo un seguito di Boyhood, immagino per il senso di continuità dovuto al punto in cui Boyhood si è concluso, ma a me piace pensare che siano due cose diverse. Jake non somiglia a Mason, un bambino che noi abbiamo letteralmente visto crescere e non è mai stato socievole, anche dopo il diploma non lo avrei definito un ragazzo da festoni alcolici, ma piuttosto uno da lettura tranquilla su un'amaca. Che poi nemmeno Jake si trova completamente a suo agio nell'abbracciare il festaiolo stile di vita dei suoi nuovi amici, ma questo non basta a paragonarlo a Mason.
Perciò Tutti vogliono qualcosa è un vivace affresco della spensierata settimana che precede l'inizio delle lezioni, dove ci vengono scandite le ore che dividono i nostri protagonisti all'inizio delle stesse, quasi come una chiamata alle armi, dal momento in cui le cose si fanno se non serie più serie e la pacchia finisce.


Il film inizia ed è tutto molto bello; colori vivaci, si inquadra subito i protagonisti canterini sulle note di My Sharona, tanto canterini che tutto subito la cosa pare divertente, un attimo dopo invece preghi che il film non sia tutto così. Ma dopo un attimo di panico iniziale comincia la loro storia in una riproduzione quasi maniacale degli anni '80, tanto da sentirsi quasi inglobati.
Preferirei ricordarmi Tutti vogliono qualcosa per la bella atmosfera che ci regala, per quelle due ore di completo estraniamento dal nostro presente spesso troppo monocromatico (se non incolore), perché se non fosse per questo me lo ricorderei come la solita storia di fattoni festaioli che popolano i college americani con la voglia di fare sotto i piedi e che pretendono di diventare i migliori nel baseball pur tracannando litri di birra al giorno come fosse acqua. Perché la storia è davvero banale, la trama già spoilera tutto quello che c'è da sapere sul film, e non è una gran cosa.

Adesso non è per dire, ma se Refn, a quanto sento dire in giro, ha bistrattato i contenuti di The Neon Demon, allora Linklater per questo dovrebbe essere processato.



Commenti

  1. vorrei davvero vederlo, ma al cinema già scarseggiano gli spettacoli

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    1. Non mi stupisce, il cinema d'autore soprattutto d'estate sparisce proprio!
      Ma secondo me una visione casalinga basta ^^

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  2. L'ho trovato graziosissimo e molto divertente, molto estivo.
    Un Linklater leggero ma, leggendo tra le righe, non troppo. :)

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    1. Assolutamente molto estivo, ma l'ho trovato coinvolgente fino ad un certo punto. Il problema è che non si evolve nel frattempo, rimane così com'è fino alla fine, un po' noiosino.

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