La mia vita da Zucchina


Vero e proprio esordio del giovane regista svizzero Claude Barras, che da sempre si è dedicato all'animazione, sperimentando 3D e, soprattutto, stop motion. Zucchina, un bambino di 9 anni, nasce proprio dalle sue mani e dalla sua pazienza. Presentato a Cannes 2016, ha vinto premi in festival del settore dell'animazione e la candidatura alle ultime edizioni di Golden Globe e Oscar nella categoria dei film d'animazione.

Icare, che preferisce essere chiamato Zucchina, è un bambino di 9 anni molto introverso, caratteristica dovuta ad un padre che non c'è più ed alla mamma, alcolizzata. Alla scomparsa della mamma, Zucchina viene portato in una casa-famiglia, in cui ci sono altri bambini in circostanze simili alle due, dove conoscerà Camille.


Insieme a La tartaruga rossa, questa è stata la visione più interessante degli ultimi anni facente parte del genere d'animazione. E' palese, oramai, che il mondo cinematografico stia cambiando, che il pubblico adulto amante dell'animazione si stia stancando del solito film Disney moderno, a parte in alcuni casi spesso e volentieri mediocre, e pretende di più. Questo qualcosa che fino ad oggi mancava, naturalmente esisteva già, la stop motion, anche se è una tecnica relativamente giovane, non è nata ieri, ma mancavano le persone che hanno ancora voglia di scommettere su qualcosa di innovativo, che vada controcorrente, che esprima dei contenuti diversi, profondi, che rompa gli schemi. Finalmente i produttori si stanno svegliando, anche se con i loro tempi, e questo film è la prova del fatto che siamo solo all'inizio.
Il film, con durata di poco più di un'ora, non ha un punto morto che sia uno, è perciò breve ma molto intenso. Va subito al dunque, mette subito le cose in chiaro; volendo, può essere adatto per ragazzini di una certa età e (soprattutto) maturità, ma è chiaramente riferito ad un pubblico adulto, non tanto per le tematiche, ma per la schiettezza con cui vengono trattate, quasi spiazzante.


Intenso, coraggioso, è il primo film d'animazione che io abbia visto che tratti di argomenti delicati come l'infanzia dei bambini rimasti soli o abbandonati, un'infanzia apparentemente triste, spesso lo è inevitabilmente, ma a cui il film vuole parlare con forte tono di speranza. Dopo una prima scena da groppone in gola, inizia l'avventura di Zucchina, verso la sua (nuova) vita, verso qualsiasi cosa che potrebbe aspettarlo varcata la soglia di casa. Agli occhi di quel piccolo e sperduto bambino, tutto ciò che c'è al di fuori della sua cameretta sembra insormontabile, ma dovrà affrontarlo. 
E' un film schietto, cattivo, eppure estremamente poetico e delicato. Voi direte, come fa un film ad essere rude e delicato allo stesso tempo? Guardatelo per scoprirlo, non ve ne pentirete.


Commenti

  1. Nonostante duri un'ora, un film grandissimo.
    Mi è sembrato una versione a cartoni di Short Term 12, gioiellino indie con una sconosciuta Brie Larson, che ti consiglio!

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  2. Dura solo un'ora? davvero? non sapevo, invece il film qualcosa ho già letto e sicuramente vedrò, ma al momento c'è un programma e una lista da rispettare ;)

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    1. Oooh si ^^ ma posso garantire che non manca nulla nonostante la durata. Metti pure in lista!

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  3. Una delle mie prossime visioni ^_^

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