Il film della domenica: Foxcatcher - Una storia americana


E siamo giunti anche quest'anno alla fine della visione dei film degli Oscar (domenica 15 marzo -.-).
Sono contenta, tuttavia, di aver aspettato di vedere questo film in sala, ha proprio fatto la differenza.

Mark Schultz è determinato a diventare il miglior combattente di lotta libera ed elevare il nome dell'America in questa pratica sportiva. Un giorno riceve la telefonata del Signor John du Pont, erede della famiglia più ricca e potente d'America, il quale propone a Mark di far parte della sua squadra di lottatori e allenarsi in vista delle Olimpiadi. Non passa troppo tempo che le cose prendono una strana piega ed i rapporti, anche con l'amato fratello di Mark, Dave, si incrinano.


L'unico thriller degli Oscar (a parte Gone Girl che nessuno si è filato), l'ennesima biografia, ma perlomeno è un thriller! Si parla di un thriller un po' atipico, in realtà. Due ore e un quarto ben trascorse e, per apprezzarlo al meglio, bisogna prestare attenzione ai profili ben marcati dei personaggi, ai loro sottili comportamenti. E' piuttosto silenzioso per essere un thriller, non vi aspettate azione o combattimenti per aria con mitragliatrici spianate perché rimarreste delusi. In questo film, il classico climax ascendente appartenente a questo genere cinematografico lo si percepisce, più che dalla colonna sonora molto soft, dai dialoghi. 
Fino a metà pellicola ci viene presentata una storia di passione, di grinta, ma ci fa anche capire che qualcosa non va, e lo percepiamo come una sorta di intuizione, non è ben esplicito nella trama, ed il punto cruciale della pellicola è, come si può immaginare, alla fine. Ma non dirò di più in proposito.
Incredibile è stata l'interpretazione dei tre personaggi principali; Steve Carell, pur continuando a detestarlo, è stato unico, in pochissimi casi ho visto interpretazioni così precise e coinvolgenti in questi ultimi Oscar. Il suo è un personaggio che, all'interno della pellicola, attraversa uno sviluppo incredibile e Steve è riuscito a trasmettere quei cambiamenti e quei pensieri con sguardi e gesti al pubblico. John du Pont, inizialmente, viene presentato volutamente come un uomo dalle immense doti, traboccante di patriottismo, in realtà in seguito verrà fuori che fondamentalmente è un uomo molto malato, ossessionato dalla continua ricerca di approvazione da parte dell'anziana madre che, come un avvoltoio, scruta il figlio dall'alto, aspettando un suo fallimento. Ebbene, John, capendo di non riuscire a trovare conforto dalla madre, si trova uno scopo, il quale è sentirsi parte di qualcosa. Spesso durante la narrazione si percepisce la sua frustrazione ed il terrore del fallimento, sembra addirittura che della lotta in fondo non gli importi molto, ma basta solo far parte di qualcosa, credere in qualcosa e avere uno scopo.
Dall'altra parte abbiamo invece un Channing Tatum in un brodo di giuggiole. Inizialmente ho cercato di capire se avessi sbagliato sala e fossi andata erroneamente a vedere la proiezione di un documentario sui gorilla, ma poi sono riuscita a riconoscere Channing e ho capito che probabilmente era la sala giusta. Si, perché questa è un'interpretazione un po' goffa e animalesca di Channing come anche di Mark Ruffalo, che dopo Hulk penso si trovi a suo agio nel fare la bestia. Credo proprio che la lotta a questo punto ti faccia diventare un mezzo animale o, più probabilmente, hanno esagerato nel calcare questo aspetto. Comunque sia, Channing, sempre bello come il sole, ha trovato pane per i suoi denti perché questa sembra la parte scritta su misura per lui, la parte del duro duro che vuole spaccare il mondo. Non posso dire che non renda l'idea. 
Che dire, penso proprio che sia qualcosa di nuovo, nella sua semplicità. E poi, gira e rigira, i film sullo sport e sulla musica magicamente funzionano sempre. 

Valutazione:

Il vero Mark Schultz assieme al cast

Commenti

  1. Molto bello davvero.
    Uno dei migliori di questo inizio anno.

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  2. A me non ispirava manco per il piffero, ma tuttituttitutti lo state promuovendo a pieni voti. Mò devo ricredermi...

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    1. No, devo ancora vederlo. Credo che approfitterò del fatto che la morosa è una fan di Channing Tatum e gli concederò una visione.

      PS: dalle mie parti ti sei beccata un premio ;)

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    2. In quel caso, piacerà molto anche alla morosa xD
      Cosa cosa? *_* Corro.

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  3. Sei una grande, Giulia! La prima donna che conosco che è riuscita ad apprezzare questo bellissimo film... non 'spaventandosi' del fatto che sia un film sportivo (anche se solo di facciata). A me è piaciuto molto, soprattutto per come demistifica e fa a pezzi il Sogno Americano: i due lottatori, una volta ingaggiati da DuPont, pensano di essere usciti dal tunnel senza sapere cosa li aspetta... chiaro riferimento a una nazione che ormai FINGE solo di offrirti la classica 'opportunità'. Complimenti per la recensione!

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    1. Grazie mille Kris ^^ Vuol dire molto per me!
      A me, generalmente, i film sullo sport piacciono. Ma questo in particolare l'ho trovato completamente diverso dagli altri, molto più ampio, se vogliamo.

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