Viaggio nella storia del cinema: Metropolis


Il film risale al 1926 e per questo motivo viene ancora inserito nel movimento dell'Espressionismo, che andò dal 1920 al 1927, anche se il film in sé ai tempi non lo ritenevano appartenente al movimento ma ne ha assorbito le caratteristiche.
L'Espressionismo, tanto per darne un'infarinatura generale, si manifestò agli inizi del '900 in Germania nel campo della pittura e del teatro in opposizione alle correnti impressionistiche, in quanto l'Espressionismo costituiva il tentativo di esprimere, attraverso distorsioni estremizzate, le emozioni più vere e profonde della realtà, mentre l'Impressionismo francese, al contrario, aveva l'obiettivo di esprimere alcuni ideali con una recitazione ed una tecnica a dir poco represse e ridotte all'osso.
Essendo uno dei principali esponenti del movimento, Metropolis presente appieno tutte le sue caratteristiche che il regista austriaco Fritz Lang ha saputo sviluppare al meglio.

Il film è ambientato nel futuro, precisamente in una città del 2026, completamente futuristica e, fortunatamente, lontana da come potremmo immaginare noi oggi il futuro, e che il regista aveva immaginato dopo un suo viaggio a New York. 
Questa città è divisa in due grandi aree o livelli: la parte "sommersa" o inferiore, proletaria e dedita al lavoro, e quella alta o superiore, benestante e capitalista nella quale vive il capo della fabbrica che manda avanti la città e che si trova nella parte inferiore, gestita dagli operai. Il figlio del proprietario, Fredersen, che ha sempre e solo conosciuto l'esistenza della città alta e benestante, un giorno scopre l'esistenza di quella sommersa, e ne rimane sconvolto venendo a sapere che il suo stile di vita è tale grazie al lavoro esasperante di centinaia e centinaia di operai.


Il primo grande tema messo in mostra da Lang fin dalle prime immagini è quello della differenziazione; proletariato vs capitalismo, le disparità sociali espresse qui attraverso la separazione fisica delle due città e dall'utilizzo del montaggio comparativo (in sequenza ABAB).
L'avvento del sonoro nel cinema risale al 1930, e per ovvi motivi Metropolis è ancora un film muto, che utilizza, come molti del suo periodo, le didascalie che riportano i dialoghi principali e permettono allo spettatore di interpretare meglio le immagini. Proprio perché siamo ancora all'interno del cinema muto, e a maggior ragione perché fa parte dell'espressionismo, la recitazione, oltre che ad essere teatrale, viene enfatizzata al massimo e la mimica facciale è molto marcata.



Secondo capostipite del film, oltre che vero e proprio messaggio del regista, è il rapporto tra umanità e tecnoscienza. Il primo elemento che compare nel film sono le macchine, proiezione del futuro, fu una sorta di visionario Lang ad immaginarsi il nostro futuro, i giorni che stiamo vivendo noi, come una specie di incubo. La macchina, e quindi la tecnologia, regna sovrana, procede senza sosta verso il suo obiettivo togliendo l'uomo dal centro dell'attenzione. Questo, di conseguenza, porta all'inevitabile alienazione dell'uomo, che svolge il suo lavoro quotidiano senza passione, senza un vero e proprio obiettivo, senza umanità, e quindi somigliando sempre più alla macchina. L'uomo non è più una persona, ma è forza lavoro al servizio della macchina.


La scena in cui Fredersen scopre il mondo sommerso e ne rimane sconvolto è una delle prime scene, in cui alcuni schiavi vengono sacrificati alla macchina per aver commesso degli errori. Questa è una chiara metafora di come la macchina, oltre ad aver preso il sopravvento, sia diventata nuova divinità, alla quale l'umanità, come ai tempi antichi, deve offrire dei sacrifici. 
Tutta questa scena noi spettatori la vediamo attraverso lo sguardo di Fredersen, e non in termini metaforici, ma pratici; Lang utilizzò l'inquadratura soggettiva, ovvero effettuò la ripresa di questa scena dal punto esatto in cui stava Fredersen in quel momento, e questo processo di conseguenza attua un altro meccanismo che è quello dell'identificazione. Attraverso questo processo, lo spettatore si identifica nel personaggio (buono o cattivo che sia) condividendone sentimenti e consapevolezze.


Come se tutto questo non bastasse a dare un'idea dell'inquietudine vissuta da Lang in quel periodo, nel film scopriamo anche l'esistenza di uno scienziato, Radman, che è mosso dall'istinto implacabile di cambiare la natura delle cose, e dalla sua mente disturbata nasce Maria, una donna umana proletaria che diventa un androide. Con questo, ovviamente, Lang cerca di esprimere ancora una volta i risvolti negativi della tecnologia e dello sbagliato utilizzo della macchina, perché infatti il robot inizierà a non rispondere più ai comandi e a fomentare il dissidio tra le classi.
Questa sorta di battaglia tra classi porta poi all'epilogo del film e ad una pacificazione tra le classi sociali, quindi anche una sorta di augurio di Lang verso le civiltà future, ma che rappresenta anche la pecca del film; infatti non viene spiegato come avvenga effettivamente questa pacificazione il che evidenzia una sceneggiatura disarmonica e incompleta.

Le tecniche innovative utilizzate e inventate da Lang in questo suo capolavoro contengono ingredienti demagogici, ovvero che hanno la capacità di convincere un gran numero di persone di una cerca idea o convinzione. Questa fu la caratteristica che forse piacque di più a Hitler e Goebbels che, dopo aver visto il film, chiesero a Lang di diventare il portavoce dell'ideologia nazista creando così i primi film di propaganda e l'utilizzo propagandistico dei media. Un'offerta, diciamo, che Lang non ha potuto rifiutare.

Commenti

  1. Film che ancora oggi mozza il fiato per le invenzioni visive e per l'inquietudine che pervade il tutto. Semplice la storia ma non ciò che si nasconde dietro essa e neppure la capacità di Lang di superare i tempi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Adesso ci mette un attimo a sembrare banale, ma pensa a che cosa ha inventato per gli anni che erano!!

      Elimina
  2. Metropolis è un capolavoro senza tempo... basti pensare a quante riedizioni ha avuto successivamente (ne ricordo una, splendida, con la colonna sonora rock di Giorgio Moroder) e quanti film di fantascienza ha influenzato. Tu adesso magari mi manderai a quel paese (e fai bene... :D ) ma sai che un po' ti invidio per il fatto che studi cinema? L'università è sempre stata il mio grande rimpianto, proprio per non aver potuto studiare approfonditamente storia e teoria del cinema. In ogni caso, complimenti per queste recensioni: sei bravissima!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio Kris, ogni volta le tue parole mi rincuorano e mi convincono che qualcosa di giusto lo stia facendo pure io.
      Comunque sia il mio è un corso di lingue e la specializzazione turistica mi ha dato la possibilità di dare molti esami che non erano direttamente legati alla lingua, ad esempio ho dato tre esami sulle religioni monoteiste con un approfondimento sulle varie regole alimentari, il mondo arabo e la loro storia fin dai principi, cose che non mi sarei mai sognata di studiare. Fortunatamente tra i tanti c'è anche questo esame che sto dando con calma proprio per prepararlo al meglio e la professoressa mi ha davvero aperto la mente. Per tutte queste cose non mi pentirò mai di aver scelto di intraprendere un corso di studi, anche se dopo la mia strada andasse da tutt'altra parte. Ma nonostante questo credo anche se con la buona volontà (che a te di certo non è mancata e non manca) la crescita personale si possa intraprendere anche per conto proprio, e penso sia ancora più dura.

      Elimina
  3. Gran bella analisi! Mi mancano le lezioni di storia e critica del cinema, grazie per avermene regalata una! Se posso, vorrei consigliarti per la prossima lezione un post su Tempi moderni di Chaplin, magari ci esce un paragone sull'alienazione e il rapporto 'uomo-fabbrica' che è presente in entrambi i film! Sarebbe interessante vedere un nuovo punto di vista! ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono io a ringraziare te!!
      Tutti i consigli sono ben accetti, purtroppo peró Chaplin è stato appena nominato nel mio programma, perció non ho molto materiale e nemmeno ho mai approfondito personalmente.
      Per questa collana ho già molti titoli da trattare, ma comunque finisce in lista e lo recupereró di sicuro!

      Elimina
  4. Sarebbe stato bello vederlo all'epoca, ora come ora non so se lo vedrei, e infatti difficilmente lo vedrò, però ammiro il tuo 'coraggio', la tua analisi è molto scrupolosa e interessante, spero riuscirai nel tuo intento ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tra i film di cui vorrei parlare questo è uno di quelli che passa piú velocemente ad essere sincera, è molto particolare quindi mi ci sono trovata meglio che con altri film.
      Comunque ti ringrazio ^^

      Elimina
  5. Ho visto Metropolis per cultura personale. E' stata una proiezione difficile, ma magica ed affascinante. Mi ha spinto a saperne di più sul mondo del cinema...
    Per il resto, ottimo commento. Mi piacerebbe vederne altri sui classici della cultura filmica!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Assolutamente affascinante, concordo!
      Ti ringrazio, altri post arriveranno di sicuro, ho ancora un po' di film di cui parlare, conto di pubblicarne uno a settimana per questa collana.

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Soul - E si torna a vivere

Notte Horror 2017: La zona morta

Le novità al cinema di aprile 2015