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Visualizzazione dei post da settembre, 2015

Inside out

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L'animazione, se ci pensiamo un attimo, negli ultimi 20 anni ha subito un cambiamento drastico. Ai tempi, seppure con delle morali forti e delle gravi perdite, erano soprattutto pensati per un pubblico di piccoli, in modo tale da insegnare e al contempo divertire, e nei quali le scene allegre prevalevano su quelle tristi. Cosa sono diventati oggi? Dei piccoli capolavori, assolutamente in grado di essere messi al livello degli altri film ma che continuano a far parte del grande cerchio dell'animazione per una semplice questione etica. Ma sono in tutto e per tutto dei film come gli altri, creati con l'accortezza di puntare ANCHE su un pubblico di più piccoli. E anzi, spesso sono qualcosa di più di molti altri film, perchè dietro una buona animazione oltre al regista ci sono centinaia di persone che si occupano della componente puramente tecnica. Dei veri e propri geni. Riley è una bambina di 12 anni divisa tra famiglia, amicizie e nuove scoperte. Un giorno, imp

This must be the place

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Cheyenne è un musicista gothic rock in declino, ormai ritiratosi dalla scena da 20 anni ed arricchitosi abbastanza per poter non fare niente dalla mattina alla sera, in un'enorme casa insieme alla sua amata moglie. In questa quotidianità lenta e silenziosamente problematica, Cheyenne perde se stesso, ed è sul punto di mollare quando riceve una telefonata; suo padre, con il quale non parlava da 30 anni, stava per morire di vecchiaia. Iniziamo con l'ammettere le proprie colpe, che male non fa. Non avevo mai visto un film di Sorrentino prima d'ora, bè, non che ne abbia fatti migliaia, però questo era il mio primo. Perciò in realtà non sarei nemmeno la persona più adatta per scriverci un commento, ma da qualche parte bisognerà pur iniziare. Ne ho sentite di tutti i colori su questo film; gente che lo disprezzava per le scelte di Sorrentino, altri che lo acclamavano, per quelle stesse scelte e per mille altri motivi. Finalmente potrò dire la mai. Non me ne vergogno an

Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza

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Pare proprio di si, è passato già un anno da quando era stato presentato a Venezia ed io, come mio solito, mi ritrovo sempre a guardarli con tutto questo ritardo. Ci si allontana anni luce dai drammi o dalle commedie da multisala, questo è il genere di film perfetto  per Venezia, dove una volta tanto viene a galla qualcosa di unico e, agli occhi di un giovane appassionato, nuovo.  Non capita tutti i giorni di imbattersi in film tanto particolari quanto questo, ed è uno dei motivi per cui trovo impossibile e poco rispettoso provare a riassumerlo in una trama, perché si finirebbe per banalizzare i suoi concetti, quando in realtà una vera e propria trama non esiste. Questo è un film sottile, delicato, e al contempo violento come una coltellata nella schiena. Il piccione del titolo, è lo spettatore, siamo noi; il lungometraggio trasuda simbolismi da ogni dove, catturando l'attenzione dello spettatore in inquadrature fisse che ricreano l'atmosfera e le prospettive dei

True Detective - Seconda stagione

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Vinci, in California, non è una città piena di stinchi di santo. Uno dei nomi più popolari della città, Ben Caspere, scompare poco prima dell'inaugurazione di una linea ferroviaria ad alta velocità, ed il suo socio, Frank Semyon, Contemporaneamente il detective Raymond Velcoro lotta per riprendersi la tutela del figlio, mentre la detective Antigone Bezzerides trova sua sorella in una casa per cam-girl. Il fato riunisce i tre detective sul luogo dove fu lasciato il cadavere di Caspere. In realtà non è colpa nostra, è colpa di chi produce le serie tv. E' inutile aprire dibattiti sulla qualità di questa seconda stagione in confronto alla prima, perché è colpa dei produttori se hanno abituato bene il pubblico. Sta tutto lì; se abitui il pubblico ad un livello molto alto, professionale si potrebbe dire, di serie tv (dato l'elevato numero di serie tv indecenti), è naturale che si aspetti sempre lo stesso livello anche nelle stagioni successive, a maggior ragione se s

Southpaw - L'ultima sfida

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Siamo a New York, e Billy "The Great" Hope è il campione imbattuto di pesi medio-massimi. E' cresciuto in un orfanotrofio esattamente come sua moglie, conosciuta nello stesso istutito e con la quale ha una figlia. La sua carriera da pugile è all'apice, ostacolata solamente dal suo carattere scontroso, violento ed impulsivo. Una disgrazia, però, gli sconvolge la vita, e da quel momento Billy dovrà riprendere in mano la sua vita e trovare il coraggio di andare avanti. Qual'è la differenza tra un'americanata come tante ed un film che vale la pena vedere? O la differenza tra un film sulla boxe scialbo ed un film sulla boxe che vale la pena vedere? La risposta è Jake Gyllenhaal. Proprio così, questo ragazzo riesce sempre a stupirmi e fino ad ora non mi ha ancora delusa, nemmeno una volta. Southpaw è un film mediocre, diciamocelo; la trama è tutto meno che una novità, con svolgimenti scontati ed un finale ancora peggiore.  Gyllenhaal è la vera ch

Ex Machina

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Se c'è una cosa che mi ha sempre dato fastidio sono proprio i film che trattano di robot e tecnologia varia che si ribella all'uomo. Un ultimissimo esempio è stato il penultimo film della Marvel, Avengers: Age of Ultron , dove appunto Ultron non è altro che una sorta di sistema operativo/intelligenza artificiale al pari di Jarvis, inizialmente.  Pure due film come Io Robot e i due Robocop non mi sono piaciuti un granchè, forse perchè troppo banali e commerciali anche se con un fondo di inquietante verità. Più probabilmente sono i robot in generale a non piacermi molto. E comunque sia, dopo averne sentito parlare benissimo da molti, ho messo da parte i pregiudizi e mi sono lanciata, senza tra l'altro conoscere veramente la trama, cosa che mi inquieta sempre un pochino. Tra tutti gli impiegati del grande motore di ricerca per cui lavora, Caleb è stato scelto per il prestigioso viaggio di una settimana nella residenza del famigerato fondatore della società ed in

Babadook

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Pur essendo una femminuccia, difficilmente mi spavento per davvero guardando film dell'orrore, più che altro mi divertono, come alla maggior parte degli adoratori del genere. Se c'è una tipologia di horror che davvero mi colpisce è quello psicologico, delicato e non gratuito. Finalmente, dopo mesi di peripezie, riesco anche io a vedere il famigerato Babadook. Parlo di mesi perchè, sebbene in italia è uscito solo da 15 giorni, Babadook è in realtà un film del 2014, per tutto il resto del mondo. Amelia è madre di Samuel, vedova da 6 anni, ovvero dalla nascita del figlio. La loro vita è tutto meno che semplice; Samuel è un bambino problematico, non dorme la notte tenendo sveglia la madre, è violento e spaventa gli altri bambini con storie di mostri.  Amelia ne risente molto di questa situazione e, come se non bastasse, una sera trova un libro per bambini che non ricordava di avere, solo che, dopo una breve lettura, capisce che non è affatto adatto ai bambini, e più