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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017

Jackie

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Jacqueline Bouvier nei momenti che precedono e seguono la morte del marito J.F.K.  Personaggio che io sinceramente non ho mia "studiato" più di tanto. Purtroppo si tende sempre un po' a dare più importanza, soprattutto studiando la storia, ai nomi che sulla carta hanno fatto la storia, come se Jackie non avesse il diritto di avere voce in capitolo, come se fosse solo la donna che ha sposato l'uomo giusto, come se non avesse una voce. Fortunatamente, nonostante lo spazio minimo che i nostri libri di testo del liceo dedicano a figure come la sua, in America la figura della first lady ha un valore a sé stante, unico, si può dire. Tutto ciò che fa la first lady viene seguito con molta attenzione dai media, ogni gesto, ogni iniziativa era fonte di ispirazione. Se il presidente è un po' il padre degli Stati Uniti durante la sua carica, la first lady è la mamma, colei che deve tenere sulle spalle un peso non indifferente nonostante tutti i risvolti positivi d

Kubo e la spada magica

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Kubo, un ragazzino dal passato burrascoso, vive in un piccolo villaggio e si prende cura della mamma, dove si guadagna da vivere raccontando storie incredibili agli abitanti del villaggio. Ma Kubo deve fare attenzione a tornare a casa al tramonto perché il nonno e le zie, che vogliono privarlo anche del secondo occhio, si nascondono nell'oscurità, pronti ad aggredirlo. Una sera Kubo tarda nel tornare a casa e le zie incombono su di lui. Questo sarà l'inizio di un'avventura alla scoperta del suo passato. Come ogni anno, agli Oscar non può mancare un'animazione in stop-motion , tecnica che, come già sapete, ogni volta mi strega. Ha un modo tutto suo di raccontare storie, un modo molto più intimo dell'animazione digitale, e quando le due cose vengono combinate in modo equilibrato ne escono dei veri e propri gioiellini. Non a caso, alcune delle mie animazioni preferite sono proprio state realizzate con questa tecnica, ma non disdegno affatto nemmeno l'a

La battaglia di Hacksaw Ridge

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Con ben 6 candidature agli Oscar, la storia vera di Desmond T. Doss diretta da Mel Gibson. Desmond all'età di 23 anni decide di arruolarsi per servire il suo paese durante la Seconda Guerra Mondiale, ma rifiutandosi di toccare armi, andando sul campo come medico con l'obiettivo di salvare vite. A Mel Gibson piacciono i film socialmente impegnati e questo ha un meraviglioso messaggio antibellico, che acquisisce un significato completamente diverso quando si tratta di una storia vera. Non capisco molto bene come mai questa moda di fare i film che vanno dalle due ore alle due ore e mezza, ormai trovare un film da due ore è diventato un lusso. Per carità, non deve per forza essere breve se ha da raccontare, ma sono dell'idea che in alcuni casi se i film durassero quei quindici minuti in meno sarebbero valorizzati. Personalmente non ho mai apprezzato molto i film di guerra, un classico per una donna, lo so, ma riesco comunque a sopportarli quando parlano di eroi

Lion - La strada verso casa

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Altro debutto alla regia, questa volta è Garth Davis, regista australiano. Altra storia vera. Negli anni Ottanta, Saroo, quattro anni e figlio di una famiglia poverissima in India, durante una giornata come tante di lavoro insieme al fratello Guddu, con il quale si allontana più del solito da casa, si smarrisce e per sbaglio sale su un treno che lo porta a Calcutta, molto lontano da casa. Vent'anni dopo lui è figlio adottivo di una coppia australiana, e decide di iniziare le ricerche del posto in cui è nato e della sua famiglia, che potrebbe ancora essere lì. Ho sempre pensato che l'India fosse un paese molto affascinante, in generale sono molto attratta dalle culture orientali e medio-orientali. Purtroppo però l'India mi da anche la sensazione di essere un paese molto pericoloso, non che in tutti in paesi non ci siano zone più pericolose, questo è certo, ma l'India, con una densità demografica pari a 1,252 miliardi (se pensate che in Cina sono 1,357 ed è due

Moonlight

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Suddividendo le tre grande tappe di un uomo tra infanzia, adolescenza ed età adulta, si racconta la vita di Chiron, ragazzo afroamericano di Miami che dovrà lottare per capire chi è veramente. E' andata grossomodo così. Quando uscirono le nomination agli Oscar erano pochi i nomi che saltavano veramente all'occhio, e tra quei pochi c'era questo Moonlight , che noi comuni mortali avremmo dovuto aspettare per vedere. Non mi ricordo esattamente se fossi già a conoscenza della sua esistenza, fatto sta che in quel periodo mi sono documentata e, in parole povere, scoprii che si trattava delle vicissitudini di un ragazzo di colore, omosessuale e, per giunta, vittima di bullismo. Inevitabilmente, e immagino di non essere stata l'unica, la prima cosa che ho pensato è stata "Non ci posso credere!". Visti gli standard dell'Academy, se prima le tre protagoniste di  Il Diritto di Contare  avevano poche possibilità già per conto loro, immagina con una tematica d

Il Diritto di Contare

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Virginia, anni Sessanta. Per legge, vige la separazione degli spazi pubblici tra neri e bianchi. Tre donne brillanti e di colore lavorano alla NASA e, col tempo, daranno il loro prezioso contributo al processo che portò il primo uomo sulla Luna. Black Women's Power! Poteva mancare un tema del genere alla serata degli Oscar? Certo che no, e ormai non sorprende più. Niente di nuovo all'orizzonte; altra storia molto piacevole (proprio perché vera) rimasta fino ad oggi dietro le quinte. Come ogni anno, è una di quelle visioni piacevoli e facilmente dimenticabili e, come ogni anno, il tema mi fa montare un nervoso incredibile, centrando in pieno. C'è talmente poco da dire, che mi chiedo anche cosa ci faccia candidato insieme a certi altri film, se non fosse per il tema sempreverde. Tanto lungo da sembrare ripetitivo; a metà visione mi chiedevo cos'altro volesse ancora raccontare. La prima sequenza completamente superflua era solo un campanello d'allarme,

Barriere (Fences)

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Adattamento cinematografico dell'opera teatrale del 1983 di August Wilson , scomparso nel 2005 ma ugualmente ritenuto lo sceneggiatore del film. "Un uomo fa sempre ciò che ritiene giusto fare". Questo è un po' il motto di Troy Maxson, un padre di famiglia che ogni giorno compie il suo dovere, al fianco della moglie Rose. Troy è un uomo che, imparando dal passato, cerca di essere migliore e di fare lo stesso con e per i suoi figli. Non è un uomo facile, come non lo è la vita, ed il cortile della loro umile casa porterà a galla tutti i rancori ed i segreti che li dilaniano da anni. E' complicato pensare che Barriere abbia qualcosa di cinematografico, se non forse l'assecondare i movimenti degli attori e un paio di scene non ambientate nel cortile di Maxson. Per tutto il resto la regia di Denzel Washington passa completamente in secondo piano, sia perché è volutamente poco marcata, sia perché la bravura degli interpreti non lascia spazio per nient

Manchester by the sea

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Proprio quando stavo iniziando a pensare che quest'anno agli Oscar non ci sarebbe stata molta gara, spunta Manchester by the sea . Nel quel di Torino, come ogni anno, le multisala hanno deciso di non distribuire i film candidati, se non naturalmente  La La Land  che qualche incasso continua a farlo anche a settimane dalla sua uscita. Ma fortunatamente ci sono i cinema che vivono di film indipendenti e su cui si può sempre contare, anche all'ultimo minuto. Che poi a me piace sempre, quando si può, lasciare il multisala di fiducia per queste sale antiche nel centro; sembra di entrare in un'altra dimensione. Avendo 22 anni sento particolarmente la differenza, sono due realtà completamente diverse in cui si mischiano diverse generazioni, ma la particolarità di questi piccoli cinema che ancora resistono è il cliente. Il suo cliente tipo ha un'età che va dai 55 ai 70 anni e non puoi non riconoscerlo, perché è particolarmente informato sul film da vedere, normalmente ha i

Brooklyn

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1952. Eillis è una ragazza irlandese che riesce ad ottenere un contatto oltreoceano, un lavoro ed una sistemazione a Brooklyn. Inizialmente la nostalgia per la sua terra ha la meglio, ma Eillis non ci mette molto a trovare un proprio equilibrio, il vero dilemma arriverà alla morte prematura della sorella, rimasta in Irlanda con la madre, e la decisione da prendere se rimanere in America o tornare in Irlanda per sempre. Il "nuovo mondo", il fascino di una vita oltreoceano nell'America piena di opportunità, una vita nuova, lontana dai paesi dalla mentalità chiusa in cui cresci col titolo sotto il quale nasci. E' questo che Eillis sognava che ci fosse per lei in America, come tutti i giovani negli anni cinquanta. Il fenomeno migratorio di quel periodo sta proprio al centro della trama del film candidato all'Oscar lo scorso anno e completamente snobbato, sia come miglior film, per la sceneggiatura e sia per la miglior attrice protagonista per Saoirse Ronan.

La tartaruga rossa

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Non dimentichiamoci dell'animazione!  Ogni anno agli Oscar si fanno grandi scoperte se si esplorano i candidati di questa categoria. Basta pensare a titoli come  Anomalisa , l'animazione per adulti che più mi sconvolse l'anno scorso, animazioni d'autore, prestigiose e non per tutti, oppure alle più immediate opere Disney contemporanee che sono passate alla storia, come ad esempio Alla ricerca di Nemo (2004), Ratatouille (2008), WALL.E (2009) ed Up (2010). In gara poi, come ogni anno, spiccano titoli firmati Studio Ghibli, per cui, come sapete, nutro un amore smoderato, e anche qui gli appassionati e non solo ricorderanno La città incantata (2003) ed altri titoli che, a mio avviso ingiustamente, non sono stati premiati, come Si alza il vento nel 2014, battuto da Frozen , ovvero uno dei più banali e commerciali Disney degli ultimi dieci anni. Ma lo Studio Ghibli non demorde; con a capo il maestro Hayao Miyazaki che alla veneranda età di 76 anni crede ancora

Hell or High Water

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Candidato agli Oscar come miglior film, miglior attore non protagonista, miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio, Hell or High Water è un western dai sapori antichi. In Texas, Toby e Tanner sono due fratelli, uno divorziato e disoccupato e l'altro ex detenuto. Per salvare la fattoria di famiglia dalle banche sotto il cui territorio è stato trovato un giacimento di petrolio, Toby e Tanner iniziano a rapinare piccole banche, fino a quando il Ranger della zona non lo assumerà come ultimo caso prima del pensionamento, mettendosi sulle loro tracce. Ho sempre pensato che nel periodo delle premiazioni, quel determinato periodo dell'anno che coincide anche con quello più carico di grandi uscite nelle sale, ci sia il più alto tasso di film che riescono a trasportare il pubblico in un mondo a se stante, anche solo per due ore o, se si è fortunati, anche dopo la visione. Qui siamo davanti ad uno di quei film che può vantare di avere un' atmosfera unica , trascina

Split

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Aspettavo questo film fin dalle prime immagini e dai primi chiacchiericci. Ho seguito Shyamalan negli anni in maniera abbastanza silenziosa; quando uscirono i suoi film più popolari (ed anche i più belli) io ero appena nata o comunque molto piccola e perciò recuperai tutto successivamente, mentre invece, quando iniziai ad appassionarmi al cinema, iniziò anche il suo periodo più buio. Mi ricordo ancora il trauma di quando scoprii che il regista de Il sesto senso era lo stesso de L'ultimo dominatore dell'aria  o, ancora peggio, After Earth. The Visit non fu un completo disastro, ma sapevamo tutti che quello non era l'S. che tutti conosciamo e che avrebbe di sicuro potuto dare di più. Per questo, quando sentii i primi dettagli di Split , nacque una nuova speranza. In un giorno come tanti, tre ragazze vengono rapite da un uomo e portate in una prigione costruita su misura per l'evento. L'uomo in questione non è un uomo qualsiasi, soffre del disturbo dissociativo