L’inganno


Durante la guerra di secessione in Virginia alcune giovani ragazze sono rimaste nell’istituto femminile della signora Martha, aspettando la fine della guerra intestina. Un giorno, Amy, la più piccola delle giovani donne, mentre era nel bosco nelle vicinanze dell’istituto a raccogliere i funghi, trovò un uomo ferito a terra. L’uomo in questione era il caporale nordista Jonathan McBarney. Pur essendo a conoscenza del fatto che il caporale facesse parte della fazione opposta, da brava cristiana Amy ha deciso di portarlo all’istituto per dargli la possibilità di guarire. La signora Martha, per dare il buon esempio, decide di accoglierlo solo finché la ferita non fosse guarita da permettergli di andarsene.

Dipende sempre dal film che si sta andando a vedere, ma spesso si decide di affrontare una visione con troppa leggerezza, senza riflettere prima sull’importanza che può avere sul contesto di un film il periodo storico. Detta così può suonare poco divertente, me ne rendo conto, ma prima di guardare un certo tipo di film, allo stesso modo in cui ci si va ad informare sul cast e sul regista, andrebbero ripassati anche gli avvenimenti storici di cui parla, o semplicemente che ne fanno da scenario, come in questo caso, e sono io la prima a doverlo fare perché non sempre si hanno ben presenti. Nel film di Sofia Coppola, premiato durante l’ultimo Festival di Cannes, il contesto storico è di estrema importanza in quanto va a chiarire prima di tutto gli attriti tra una fazione e l’altra degli Stati Uniti, allora divisi in Stati Uniti d’America e Stati Conferedati d’America, ma soprattutto si devono tenere presenti le usanze e i credi della metà dell’Ottocento.


Le donne protagoniste si devono misurare con una situazione per loro del tutto sconveniente, la decisione di accettarlo in quella che per loro non è solo una casa ma l’unico posto in cui potersi sentire al sicuro in un momento così fragile con la guerra a pochi chilometri di distanza significa mettere a repentaglio la loro stessa sicurezza, per non parlare della decisione di aiutare un nemico.
La motivazione che le spinge ad accoglierlo è prettamente religiosa, lasciar morire un uomo non sarebbe cristiano, e questa è in parte una scusa perché adesso viene la componente più importante. Si tratta di donne all’antica, colte ed istruite nel sapersela cavare nella vita di tutti i giorni e ad essere indipendenti, ma sono pur sempre donne in giovane età con necessità femminili.


L’arrivo di un uomo attraente e per giunta “nemico” appare agli occhi delle ragazze, chi più chi meno, uncredibilmente affascinante e attraente, un accadimento che spezza la loro quotidianità, la loro monotona vita fatta di studio e faccende casalinghe, una quotidianità che però garantiva alla casa e alle sue abitanti una certa condotta, sicurezza e rigidità. L’arrivo di Jonathan cambia tutto, risveglia nelle donne la lussuria dell’essere desiderate, in modo diverso a seconda dell’età, per le più giovani una sorta di figura paterna da sempre mancante, per altre più mature la lussuria del piacere sessuale mai provato in vita loro o del quale non hanno più ricordo. Da parte sua, il caporale è reduce di una guerra di cui subito, ferita a parte, pare non portarne i segni ma si tratta pur sempre di un uomo che ha visto la morte di altri uomini e che ha visto da molto vicino anche la propria e, soprattutto, che non aveva la possibilità di essere circondato da donne da un tempo che gli sarà sembrato un’eternità.


Con le dovute premesse L’Inganno (in inglese The Beguiled, “ingannato” o “ingannate”) prende forma e ci si approccia in modo completamente diverso, perchè personalmente mi ci sono soffermata dopo la visione, mentre invece sono entrata in sala sovrappensiero. Dopo la visione il film ha preso tutto un altro significato.

(ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER)
È poprio tutta la premessa che dona al finale, alcuni dicono un po’ enigmatico, un significato degno del film. Sarà vero che hanno permesso al caporale di entrare in casa per una condotta cristiana, oppure era solamente una scusa? Cosa si intende per “inganno”? E chi è stato ingannato? Ad una prima occhiata si potrebbe pensare che la persona ingannata sia stata il caporale, vista la gustosissima cena preparata in suo onore sul finale e l’altro piccolo incidente delle scale, si potrebbe pensare che forse l’inganno sia stato proprio quello di accettare l’aiuto della piccola Amy, e non sarebbe un ragionamento sbagliato, ma, ripensandoci, è lampante come siano le proprietarie di casa ad esere state ingannate. L’inganno è, chiaramente, involontario e la causa è proprio l’uomo che entra nelle loro vite e, risvegliando i loro appetiti femminili, le sconvolge. Il film si conclude con quella stupenda inquadratura che si allontana lentamente dalla casa, al di fuori del cancello, proprio ad indicare come il cancello e la casa stessa inizialmente fossero la loro protezione, mentre alla fine rappresentino la loro prigione. La venuta dell’uomo non potrà mai essere dimenticata, come anche ciò che è accaduto di conseguenza, e così le stesse donne non saranno mai quelle di prima e dovranno convivere insieme con se stesse, tra loro e con il segreto che per sempre dovranno custodire.
(FINE SPOILER)


In definitiva si tratta, sorprendentemente, di una pellicola che fa ragionare sul proprio significato nascorso che presenta con una semplicità disarmante. L’intera messa in scena si presenta come molto semplice; viene perfettamente ricreato uno sfondo e un'atmosfera che noi non vedremo mai, ma che è di vitale importanza per la trama, per non parlare della perfezione dei costumi e della casa.
Ad una prima occhiata bisogna dire, comunque, che la prima parte non sia particolarmente scorrevole, a tratti anche noiosa, ma che alla fine presenti un paio di momenti di tensione ben costruiti, comunque nulla che non si sia mai visto prima.
La sua forza è nascosta tra le righe, tra i sorrisi strappati delle brave Nicole Kidman e la bellissima Elle Fanning, dei meno bravi Kristen Dunst e Colin Farrell, sempre fighissimo.


Commenti

  1. Sono d'accordo su tutto. Il titolo (ovviamente originale) è importantissimo in questo film, proprio per il doppio significato che porta. Ingannato oppure ingannate? Probabilmente entrambi, dato che nessuno esce vincitore da questa torbida storia. Un film che la Coppola fa suo al 100%, perfettamente coerente con il suo stile.

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    1. È stata una piacevole sorpresa, non ne ero molto convinta inizialmente e sono andata a vederlo per lo più per mancanza di alternative.

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  2. vado a vederlo domani, speriamo bene adoro la Coppola

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  3. Per me non è così ambiguo questo Inganno, però è anche vero che il personaggio di Farrell non è connotato negativamente come nel film del '71, dove la sua doppiezza era ben evidente già dalle bugie raccontate alle fanciulle relativamente al suo ruolo in guerra.
    Splendido film, tuttavia non mi ha coinvolta come altre pellicole della Coppola e l'ho apprezzato solo per l'incredibile bellezza "formale" e per la bravura di alcuni interpreti, la Kidman su tutti. Preferisco indubbiamente la versione di Siegel :)

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    1. Ad essere sinceri, non ero a conoscenza del film di Siegel fino a questo momento, quindi trovo molto interessante il paragone e in un certo senso mi fa anche pensare al film della Coppola in modo diverso. Lo recupererò sicuramente.

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