Rushmore - Per la serie "Le 50 sfumature di Anderson"


Anziché andare per ordine, continuo ad andare all'indietro. A pensarci bene proprio un po' in ordine casuale. Ma tutto sommato, chissene importa, no?

Max Fisher è quel bel ragazzetto in locandina con gli occhiali. Ha 15 anni e frequenta il rinomato college Rushmore, nel quale vi è entrato grazie ad una borsa di studio vinta non grazie alle sue doti di studente. Infatti, nella sua carriera scolastica, non ha grandi soddisfazioni quanto invece si impegna con corpo ed anima nelle attività extracurriculari del college con lo scopo di rendere migliore la struttura ed il suo nome.
Nel suo intento, conosce due persone che hanno reso il suo percorso unico: Herman Blume e la maestra Rosemary Cross.


Questa è la seconda opera di Anderson, dopo la prima, che era praticamente un esperimento (e di cui parlerò il prima possibile). Rimango basita davanti ad ogni singolo lavoro di questo regista perché non riesco a capacitarmi della facilità con cui ti spiattella in faccia uno o più personaggi perfettamente tratteggiati e marchiati in meno di 10 minuti di pellicola, quando invece ci sono registi che in due ore di film non ti fanno capire proprio niente. Secondo me questo è uno dei suoi poteri magici. Per questo motivo rimarrò sempre estasiata davanti alle sue pellicole; anche negli scenari e contesti più semplici riesce a ritagliare una realtà quasi fiabesca solo attraverso l'utilizzo di poche semplici immagini. 
Anche le parole sembrano non bastare per poterlo descrivere come vuoi veramente. 
Interpretato dal giovane Jason Schwartzman, praticamente cresciuto da Wes, Max è un personaggio impeccabile; un quindicenne che sa cosa pretendere dalla vita ma che non ha ancora trovato il proprio posto, per questo motivo si attacca quasi morbosamente a questo college in cui si trova come a casa. Da il meglio di sé per poter fare ciò che ama e che ritiene giusto fare, e la cosa più curiosa è che non sente di avere 15 anni, sembra non capirlo proprio. Lui pretende dalla vita come un uomo di 30, non pensando alle conseguenze di azioni per la sua età troppo precoci.
Ci immedesimiamo tutti in questo sfigatello del liceo e non possiamo farne a meno, gioendo per le sue vincite e rattristandoci per le sue sconfitte, entrando in quelle realtà sempre un po' sfumate del cinema di Anderson.
Sceneggiata assieme all'amico Owen Wilson, è probabilmente quella che mi è piaciuta di meno, ma la trovo comunque molto bella e carica di quello strano pathos che solo lui è in grado di trasmettere.

Valutazione:


Commenti

  1. Non ha la potenza dei lavori seguenti ma è già un ottimo inizio e non si può non amarlo :)

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  2. Ora che ci penso Rushmore è uno di quei film che dico sempre "Poi lo vedo, poi lo vedo"....
    E poi passano quasi venti anni!
    Lo metto in lista

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  3. Ci credi che, pur amando il più commercialmente sfigato degli Anderson, non lo conoscevo minimamente?

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    1. Eh ci credo si xD Però tu pensa che la maggior parte delle persone non conoscono proprio Anderson, quindi va già benone xD

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  4. Davvero un bel film, e poi dietro la semplicità delle immagini a cui accenni c'è già tutta la ricerca di Anderson per il particolare, per i colori, per gli arredi, etc...

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    1. Certamente! Anche se sarà più evidente nel suo terzo lavoro ^^ è comunque molto carino.

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  5. Sai che questo Rushmore nemmeno sapevo che esistesse.... credevo di averli visti tutti i film di Wes. Un punto in più per Giulietta.

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    1. Graaaazie *.*
      È proprio carino come tutti gli altri, se ti piace Wes non ti deluderà!

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  6. secondo me questo, essendo un Wes non ancora del tutto conosciuto e cosi "andersoniano" come sarà dopo, è uno dei film più riusciti.....catalizza l'interesse sul protagonista sfigato, facendocelo si amare, ma ci sono dei momenti in cui non condividiamo ogni sua scelta/azione...è stato un film visto per caso (qualche passaggio in tv beccato d'estate) e che mi ha fatto subito innamorare del regista; rivisto da poco in lingua originale (rende immensamente meglio, soprattutto Murray)

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    1. A me personalmente piacciono le cose ancora più "andersoniane", ma detto questo mi è comunque piaciuto pur non essendo il mio preferito. Wes è uno dei pochi che nei suoi film fa pesare per il 50% il suo stile, secondo me far in modo che in una pellicola passi inosservato è un peccato, oltre al fatto che fa perdere molto ad un suo film. Parli con una persona che si è innamorata di lui dopo i primi 15 minuti di Grand Budapest Hotel, in cui forse tutto il suo stile è stato triplicato e ha reso quasi come in Fantastic Mr. Fox (un altro capolavoro). Perciò non condivido la tua idea se reputi questo il più riuscito, però ti stimo già solo perchè come me ami Wes ^^

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    2. grazie per la stima (ricambiata). Vedi il problema, secondo il mio modestissimo punto di vista, è proprio questo: al 50% un film è Wes, e "solo" il resto è altro...ora avendo una penuria di registi degni di questo nome, sarebbe stupido lamentarsene, ma uno da qualcosa di buono cerca sempre di ricavarne il meglio assoluto....detto questo l'hotel di budapest è un'opera da orgasmi agli occhi....fantastic invece mi ha fatto sentire bambino, e ne ho goduto come tale

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    3. Nono ma infatti la mia non è una lamentela nei suoi confronti. Il film l'ho comunque apprezzato pur non essendo il mio preferito, in una filmografia come la sua ci stanno anche questi lavori, e poi proprio essendo uno dei primo ci sta che stesse ancora cercando la sua via.

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