La La Land


Sono cresciuta con un'educazione cinematografica pressoché nulla (a parte Disney, ovviamente), si può dire che iniziai ad interessarmi all'argomento durante l'adolescenza con il cinema di Tim Burton, ma uno dei pochi titoli che mia madre negli anni mi fece vedere fu Grease. La mia competenza in campo di musical finisce qui, non ho mai sentito il bisogno di approfondire il genere e qui finiscono anche i musical visti nella mia vita, se si escludono Into the WoodsSweeney Todd e Jersey Boys (1014), se di musical si può parlare. Ma ciò non vuol dire che odi il genere, anzi, le loro colonne sonore, nella maggior parte dei casi potentissime, hanno il nefasto potere di annebbiarmi il cervello e di rimanermi in testa per settimane, oltre al fatto che adoro la spensieratezza dei loro messaggi, delle coreografie e dei colori. E' un genere ineguagliabile, simile solo a se stesso, e per questo motivo unico.

Los Angeles, giorni nostri. Mia, aspirante attrice, e Sebastian, musicista jazz, si trasferiscono a Los Angeles per provare ad esaudire i loro desideri. Dopo alcuni incontri casuali, tra i due nasce un amore incontenibile che dovrà vedersela con il tanto desiderato arrivo del successo.


Damien Chazelle è la persona che dobbiamo ringraziare per aver riportato nelle sale un genere da anni assopito, a cui da tempo mancava quel classico brio da pelle d'oca, i colori sgargianti e le scenografie mozzafiato portando in sala amanti del genere e non. 
Fin dalla prima scena di La La Land si capisce che si fa finalmente sul serio, e che si sta entrando nel vero clima degli Award, quello competitivo, in cui i cinema si riempiono, costellati di film per tutti i gusti e le età, quel periodo in cui le star, super truccate e tirate, percorrono lunghi red carpet, e tu, senza sapere nemmeno il perché, vai in estasi, come un ragazzino al concerto del suo cantante preferito. 
In mezzo a tutti i titoli che sono in sala in questo momento, insieme ad alieni, serial killer psicopatici, drammi strappalacrime ed animali canterini, ce n'è uno che ha messo d'accordo tutto il pubblico, impresa titanica. La La Land è un sogno ad occhi aperti dal quale non vorresti mai svegliarti, con tutta la spensieratezza del genere, pur sempre trattando a volte temi seri, ma con una soavità unica. Chazelle ci racconta ancora di jazz, come per mantenere un filo rosso col suo magnifico film precedente (Whiplash), e lo fa attraverso gli occhi di chi lo ama e vuole tramandarlo, affinché non svanisca nel nulla. A fare da sfondo al jazz c'è Los Angeles e tutta la follia del mondo di Hollywood con la scalata al successo e le sue contraddizioni. 


La storia d'amore tra Mia e Sebastian è un cliché dei film romantici, senza colpi di scena o risvolti particolarmente eccitanti, ma che diventa magica se accompagnata da una colonna sonora stupenda, anche se i brani principali, grazie ai vari riarrangiamenti, possono risultare un po' ripetitivi, ma soprattutto da due interpreti azzeccatissimi. Emma Stone, la stella del film, sfoggia la sua interpretazione più luminosa, raggiungendo livelli di espressività gestuale impressionanti, Ryan Gosling, dal canto suo, fa di tutto per esserne all'altezza, senza sfigurare ma rimarcando quel suo limite attoriale che tutti conosciamo e che io continuo ad adorare ugualmente, sovrastato da un fascino innato.
Scenografia e regia buonissime che spianano la strada alla fotografia, che qui ha regalato alcune delle immagini più belle dell'anno appena iniziato. La narrazione, secondo il mio gusto personale, incespica un po' verso la conclusione e la seconda metà vede un evidente diminuzione di pathos in confronto alla prima, che invece parte col botto e mi ha portata più di una volta alla pelle d'oca.
Si parla, fondamentalmente, del sogno hollywoodiano, di audizioni a vuoto, di non demordere nonostante la vita ti regali solo continui fallimenti, perché la chiave del successo è la perseveranza oltre che l'amore per ciò che si fa quotidianamente. E' un film per sognatori, come cita anche la locandina, per quelli con la testa sempre tra le nuvole che ancora credono nella passione, ma anche un film che non vuole dimenticare il cinema classico del passato, e infatti presenta una carica emotiva e visiva sullo schermo unica, senza tralasciare doverose citazioni del genere.


Detto questo, comunque, e ripetendo che ci troviamo davanti ad un lavoro a dir poco immenso, qualcosa, probabilmente una sensazione prettamente soggettiva, non mi fa gridare al capolavoro, come mi aspettavo. Mi ha stupita arrivare a 15 minuti dalla fine del film con una sensazione di noia non indifferente, pur essendo coinvolta dalla trama. Ho provato sensazioni contrastanti che poi ho dovuto concretizzare verso la fine, con una sequenza che, nonostante pensandoci io possa trovarci un significato emotivo, ho trovato un po' superflua e poco chiara.
La voglia di rivederlo c'è tutta, ed è da tre giorni che continuo a riascoltare la colonna sonora compulsivamente, quindi sicuramente mi ha colpita, ma una parte di me è delusa, in quanto credevo mi avrebbe investita di una magia indimenticabile che mi avrebbe portata a dargli il massimo dei punti. Perciò, se così non è, è semplicemente per un fatto soggettivo. 
Lasciando stare da parte il polverone alzato sui social da questo film, che a mio parere è riuscito a tirare fuori la parte peggiore e più sboccata di amanti del cinema e non e di cui si è già parlato abbastanza, mi sento di dire che Damien Chazelle è uno dei registi più giovani e promettenti del panorama cinematografico attuale e non vedo l'ora di sapere cos'ha in serbo per il futuro.



Commenti

  1. Io invece più penso a questo film più mi vengono gli occhi a cuore. E voglio rivederlo ancora, nonostante abbia già bissato la visione in anteprima. Per me lo è, un capolavoro!!!

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    1. Un po' ti invidio, sai? Avrei voluto innamorarmi anche io.

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  2. Temevo non ti fosse piaciuto, sai?
    Felice del contrario: io che il musical lo amo per motivi miei - mio padre è tale e quale al James Ford di White Russian, come lui ben sa, però per il genere ha sempre avuto una grande passione e mi racconta spesso di queste trasferte in macchina con mio nonno, per andarsi a vedere Sette spose per sette fratelli o West Side Story -, l'ho atteso a lungo e sono felice di non avere trovato, in sala, l'ennesimo pacchetto vuoto ma ben confezionato. Poi Emma Stone che canta Audition, davvero, si dà a un inno che non può lasciare indifferenti noi, che facciamo quello che facciamo solo per amore e senza niente in cambio. Come Il Karda, sopra, più ci penso e più mi piace. :)

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    1. Avevo capito che si era capito il contrario xD
      Si, Emma ha davvero spaccato più di altre volte, quella scena è da brividi.

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    2. Sei stata un'imbrogliona!
      Tra l'altro, ho scoperto che cantava live. :)

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    3. Ma non è vero! XD io avevo chiarito molto precisamente cosa intendevo dire! Ho sempre aggiunto il fatto che mi fosse piaciuto, ma non tanto quanto alla maggior parte delle persone.
      Si, lo immaginavo, si vedeva, facendoci attenzione. Tanta roba.

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  3. Siamo due persone malE, ché l'amore non è scattato anche se il film ci è piaciuto tanto. Finiremo all'inferno sulle note di Another Day of Sun!

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  4. visto due volte, e non smetterò di guardarlo... :-)

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  5. Questo è periodo di bombe, sto vedendo cose magnifiche al cinema. La La Land lo andrò a vedere presto, mi aspetto davvero molto

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    1. Io avrei preferito aspettarmi di meno e avere più sorpresa ed entusiasmo, ma anche cosí direi che va più che bene.

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  6. toh...
    l'ennesima ottima recensione di La La Land!

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    1. Oggettivamente se lo merita.
      Credo che chi scriva il contrario menta, perché tecnicamente è intoccabile.

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  7. Ed eccoti qua, finalmente! ;)
    Direi che mi ritrovo nella tua recensione: hai scritto una cosa giustissima, ovvero che è un film costruito a tavolino per compiacere pubblico, critica e... i giurati dell'Academy (e non è un difetto, anzi). Posso solo commentare che, avendo visto (per motivi anagrafici) qualche musical più di te, non ho trovato particolarmente eccezionali coreografie e musiche, ma credo per uno scopo ben preciso: l'intenzione del regista, per me, era quella di mostrarci come due persone "normali" possano affrontare le difficoltà della vita, e quindi recitano, cantano e ballano proprio come due persone "normali". Bel film, comunque, anche se pure io l'avrei fatto durare quei 10-15 minuti in meno. Ma la lungaggine, in un musical, è quasi "fisiologica" :)

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    1. Prendo le tue parole e ne faccio tesoro per i miei musical futuri.
      Non ho trovato le coreografie straordinarie, ma molto fini, eleganti e completamente adatte al tipo di film che ha voluto realizzare pur essendo molto semplici e questo ha giovato al film. Ma dopo di che non saprei definirle oltre ciò che ho già detto.

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  8. sul gridare al capolavoro molto sta in cosa intendiamo con quella parola... se intendiamo un film incrollabile e privo di difetti sotto ogni punto di vista o anche solo un gran bel film che riesce a coinvolgere un po' tutti e a dire cose diverse alle diverse generazioni. Nella seconda secondo me rientra :)

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    1. Naturalmente, è una sensazione personale.
      Il fatto è che, anche rientrando per me nellas econda categoria che hai esposto, credo che non dica nulla di nuovo, e nemmeno in modo particolarmente innovativo, è più il condimento e la cornice.
      Ma nonostante questo, a me è mancato quello slancio che ho provato molte altre volte, in cui speravo non finisse, in cui non volevo alzarmi dalla poltrona. Secondo me suddividere in due categorie così oggettive l'ultimo scalino che separa dall'eccellenza non è adeguato, è qualcosa di molto più viscerale.

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  9. Io lo andrò a vedere la prossima settimana e non vedo l'ora *-*

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  10. Io invece sono qui a gridare, e a cantare: "Capolavorooooo!!!" :)

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  11. Lo guarderò domani. Non vedo l'ora :)

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  12. Oh, da me continuano a non darlo T.T

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