Solo Dio perdona


Julian allena pugili di thai boxe a Bangkok, dove si è dovuto trasferire dopo aver ucciso il proprio padre in America, dove la madre è adesso a capo di un'organizzazione mafiosa. Il fratello di Julian lo ha seguito in Thailandia, ma senza riuscire ad adattarsi, finendo così per trovare la morte dopo il massacro dell'ennesima prostituta. La vendetta del padre della ragazza da il via ad un ciclo di uccisioni che andranno a coinvolgere lo stesso Julian.

In un cinema costellato da ridondanti banalità, spunta Nicolas Winding Refn, regista danese dal genio dai più incompreso che ci regala un po' di crude emozioni, sempre condite da scenografie dai colori contrastanti e molto accesi. A questo proposito lessi di recente un'intervista in cui gli venne domandato proprio il perché di questi colori al neon e di grande impatto visivo, alla quale lui rispose che, essendo daltonico, i grandi contrasti cromatici sono gli unici che lui possa percepire. Questa dei colori acrilici, un po' da pugno in un occhio, è la sua caratteristica, un po' come il macabro ed il bianco e nero per Burton, come le inquadrature perfettamente simmetriche ed i colori pastello per Anderson, o il sangue per Tarantino. Naturalmente può non piacere, ma la sua forza sta anche lì.
Così questo film, probabilmente minore rispetto a quelli già usciti, trova molte caratteristiche in comune con i film precedenti; primi tra tutti i dialoghi, sempre ridotti al minimo indispensabile (e poi ancora), le ambientazioni cupe e quasi surreali e la colonna sonora da groppo in gola. Qui, però, il sangue scorre con più facilità e con meno timidezza delle altre volte, quasi a volerci preparare al thriller/horror che è The Neon Demon (che finalmente domenica vedrò, non vedo l'ora!).


E' molto complicato per me, certe volte, tenere separati il giudizio oggettivo e quello soggettivo. E poi, in fondo, perché dovremmo? Queste nostre isolette galleggianti che sono i blog necessitano sia di un'analisi oggettiva, che (e soprattutto) di un dibattito soggettivo, perché l'arte difficilmente può essere trasmessa solo attraverso canoni di bellezza predefiniti, e di certo non è quello che gli artisti vorrebbero.
Quindi, su carta, Solo Dio perdona ha una trama molto lineare, la situazione è quella fin dal principio e non subisce stravolgimenti durante la narrazione (caratteristica un po' comune a tutti i suoi film). Questo suo mettere bene in chiaro le cose come stanno lascia ben poco spazio all'immaginazione, perché anche la scarsa quantità di dialoghi è bilanciata da una trama molto chiara. Eppure, e questa è una sensazione completamente astratta, non mi stanca. I lunghi silenzi, le inquadrature fisse e senza sbocco, contribuiscono a creare l'atmosfera allo stesso tempo adatta e tipica del genere, ma a suo modo singolare, anche aiutata da colonne sonore sempre memorabili.


Quando guardo un film di Refn, entro in un altro universo, fatto di gente cattiva, dove regna la legge del più forte e la luce del giorno non sembra mai luminosa, il tempo che passa non ha significato perché a scandirlo sono le ore che separano il personaggio dalla morte.
Tutto questo non si può spiegare in altro modo, e credo che sia una cosa bellissima ed impagabile, che mi rifiuto di dover sopprimere.
Detto questo, e chiarita la mia totale stima nei suoi confronti, Solo Dio perdona è, appunto, minore. Drive, per quanto anche quella fosse una trama piuttosto lentina e dai lunghissimi silenzi, era riuscito a coinvolgermi moltissimo, concludendo poi con quel finale aperto a dir poco delizioso ed un Gosling che venero per quell'interpretazione (assieme a quella di Come un tuono), tanto da diventare uno dei miei film preferiti. Questo, invece, si lascia ammirare ma passivamente, come se fosse il fratello sfigato di Drive, con forse troppe idee per la mente e dal risultato un po' insipido. Rimane comunque un prodotto appetibile, che fa il suo sporco lavoro anche se non fino in fondo, questa volta.


Come non amare, poi, il loro affetto reciproco? Dai!!



Commenti

  1. In questo momento, dopo l'irraggiungibile Quentin, Refn è assolutamente il mio regista preferito!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quindi mi capisci xD
      Anche al mio posto c'è Quentin, e Refn devo dire che nel tempo si sta riservando un buon posticino. Prima di dirla grossa, però, guarderò anche The Neon Demon.

      Elimina
  2. Questo film è veramente molto bello, Gosling è fantastico in tutti i suoi film come qui, non sapevo però fosse del regista che ultimamente sta facendo parlare di se per un film che a pelle non mi ispira, poi chissà...quando lo vedrò dirò ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io credo che sia un film molto complicato da apprezzare, dato che non è manco lontanamente commerciale, quindi buon per te Pietro ^^ a me è piaciuto, si, non quanto altri suoi.
      Di The Neon Demon ne parleró lunedí.

      Elimina
  3. Diciamo che ha l'unico difetto l'essere arrivato dopo Drive, che è veramente perfetto...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo proprio che tu abbia ragione, è inevitabile fare il paragone con i film precedenti, ed è la stessa paura da cui Refn era terrorizzato mentre girava questo. Purtroppo però non ha lo stesso piglio, e forse con me non lo avrebbe avuto nemmeno prima di Drive.

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Soul - E si torna a vivere

Notte Horror 2017: La zona morta

Le novità al cinema di aprile 2015