The Young Pope


Questo è un anno decisamente un po' misero cinematograficamente parlando, i grandi titoli si contano sulle dita di una mano, la maggior parte dei quali in Italia devono ancora uscire, i Golden Globes, viste le nominations, non sembrano molto interessanti, mentre magari mi aspetto che l'Academy faccia delle scelte più appropriate. Di certo c'è che invece per le serie tv è stato un grande anno, pieno di titoli nuovi e sbalorditivi, da superare spesso e volentieri il cinema, e dopo Woody Allen, che ha messo d'accordo molti ma non proprio tutti, arriva anche Sorrentino, che invece sgancia una vera bomba.

Lenny Belardo è il nuovo pontefice, eletto inaspettatamente dal collegio cardinalizio. Fin qui tutto sembrerebbe normale, se non fosse che Lenny è molto giovane, non particolarmente predisposto alla politica, tantomeno ad occupare una posizione di questo carico. Crescendo in orfanotrofio perché abbandonato molto giovane dai genitori, Lenny ha sviluppato una sorta di ossessione verso quel capitolo della sua vita, andandolo quindi a proiettare su un rapporto con Dio abbastanza singolare.


Sorrentino è uno di quei classici registi che, avendo uno stile unico e particolare, divide il pubblico. 
Mentre praticamente chiunque, grazie all'attenzione mediatica creatasi in Italia dopo gli Oscar che lo videro trionfare come Miglior Film Straniero, si è fatto più o meno un'idea personale di La grande bellezza, un po' meno accade con gli altri suoi lavori, già un po' più ricercati, impegnati e, se vogliamo "complessi".
Con la sua prima serie tv, Sorrentino assieme a Sky ed HBO fa una cosa molto furba, ovvero cerca di entrare nelle case di molti italiani, producendo qualcosa di molto costoso e impegnativo, forse nemmeno troppo laborioso dal canto suo, ma divertente e con lo scopo di avvicinare il proprio cinema all'italiano medio ed ampliare la sua fetta di pubblico. Che poi gli italiani si siano fermati alla prima puntata è un altro discorso; è naturale, e parecchio condivisa da parte mia, la decisione di testare il mondo della televisione a piccoli passi, mantenendo sempre il proprio stile e senza troppo conformarsi ai canoni commerciali, ciò non toglie comunque che il primo episodio, grazie anche ai media, ha avuto un ascolto in Italia pari a 788.000 persone solo attraverso i canali Sky.


The Young Pope è un film suddiviso in episodi che si prende la grande responsabilità di parlare del Vaticano in un ipotetico futuro prossimo, delle sue contraddizioni, del suo potere sul mondo esterno, della sua fragilità ma non solo, anche della psicologia di vari personaggi di fantasia, tre in particolare, che lottano un po' tra di loro e un po' con i loro stessi fantasmi.
Premetto che io sono l'ultima persona che mai prenderebbe in considerazione di guardare una serie tv improntata su una figura religiosa, tantomeno sull'istituzione stessa della Choesa, ma questo è Sorrentino e ha appena fatto un miracolo: rendere la Chiesa e la fede interessanti.
Per quanto io lo adori e passerei giornate riguardando due dei suoi film in particolare, qui non è di certo esente da errori, anzi, ma pare che di alcuni accorgimenti più puntigliosi e tecnici se ne sia un po' lavato le mani, come ad esempio la troppa lentezza di alcuni passaggi, piuttosto che di alcuni punti della trama non approfonditi, come se, testando questo nuovo mondo, avesse scelto liberamente di divertirsi. Io mi sono divertita e anche un errore come quello di includere Silvio Orlando nel cast (e soprattutto farlo doppiare da se stesso, per quanto fosse indispensabile) mi è sembrato alla fine un tocco caratteristico, quasi come se senza di lui non sarebbe stata la stessa cosa.


Poi l'aiutino di Sky ha anche permesso la presenza di nomi eccellenti come quello di Diane Keaton, Stefano Accorsi e, ultimo ma non ultimo, Jude Law, nel ruolo che più lo ha elevato finalmente ad una luce adeguata, donandogli tutto ciò che film e filmettini precedenti continuavano invece a portargli via, entrando in scena quasi come un'apparizione.
Sorrentino di nuovo non mi ha delusa e mi ha regalato ore di immenso godimento in quella fotografia ricca e spoglia allo stesso tempo, con la scelta della colonna sonora da lacrime praticamente perfetta, con i suoi personaggi ermetici e misteriosi e con la sua ossessione per Venezia. 
Come al solito, quando si tratta di tanta classe in ben dieci episodi che per me hanno completamente senso così come sono, non spero in una seconda stagione, ma, se dovesse esserci, non potrei che essere felice di incontrare di nuovo Lenny.

Commenti

  1. Per la prima volta Sorrentino mi ha sorpreso, perciò spero che nella seconda stagione riesca ugualmente a farlo, perché questa è una serie incredibile e straordinaria ;)

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  2. Una serie pazzesca, per un personaggio pazzesco.
    Di sicuro sarà protagonista della classifica di fine anno.

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    1. Non parlarmi delle classifiche di fine anno!! Sono indietrissimo ;(

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  3. Sono arrivata all'episodio in cui lo scopo della visita del papa a Tonino Pettola è perché ha rotto o' cazz'... Bellissima serie (ma la vestizione che prende in giro papa Ratzinger con canzone dance 'I'm sexy and I know it' è a dir poco spettacolare), devo aspettare ancora un paio di settimane per vedere la season finale. E secondo me Orlando è azzeccato (carogna stronzissima) e si salva in corner con l'inglese (anche se papa Jude Law gli ha consigliato caldamente di migliorarlo lol), non oso immaginare l'accento e l'inglese di Accorsi, brr...

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    1. Hai ragione, quella scena è davvero bellissima xD Orlando alla fine si, è azzeccato, ma all'inizio non riuscivo davvero ad ascoltarlo perché per lo più l'ho vista in lingua originale e ci ho messo un po' ad abituarmici. Per il suo inglese credo sia senza speranza, e le sue doti attoriali non aiutano molto, ma si è creato un personaggio, quindi non sarebbe stato la stessa cosa.
      Accorsi invece ti dirò che se la cava, ma me lo aspettavo a dire il vero.

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  4. Anche per me un anno decisamente migliore per le serie tv che per il cinema, almeno da quello che ho visto.
    E anche per me Sorrentino è riuscito nel miracolo di rendere interessanti un tema e un'ambientazione che in teoria non mi farebbero proprio impazzire... :)

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    1. Si diciamo per quello che abbiamo potuto vedere fino ad ora.
      Felicissima di concordare con te ^^

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