Scappa - Get Out


Jason Blum è uno che ha fiuto. Che si parli di horror mediocri ma che hanno riempito le sale, o di horror dall'effetto assicurato, è uno dei pochi che ha le mani in pasta e che decide di produrre le cose giuste, mantenendo un certo filo logico ma spaziando all'interno del genere horror con discreta maestria. Debutto alla regia, invece, per Jordan Peele, che di sicuro ha molto da imparare ma che accolgo con piacere.

Chris e Rose sono in partenza per il weekend, la loro meta è casa dei genitori di lei che Chris vedrà per la prima volta. Chris è preoccupato che ai genitori di Rose non piaccia il fatto che lui sia di colore, ma dopo le parole rassicuranti di Rose sul fatto che non siano assolutamente razzisti, si decide a partire. Una volta arrivati, Chris si trova davanti alla grande casa degli Armitage, isolata dal lago, con personale di colore.


Io sono sempre nostalgica nei confronti degli horror che vado a vedere in sala, perché sono talmente pochi quelli che durante l'anno vale la pena vedere che vorrei che quelle due ore scarse durassero una giornata intera. E poi un film che inizia sulle note di Redbone di Childish Gambino non si può che amarlo.
Ma parliamo seriamente, Get Out è un film che funziona perché non gli manca quasi niente; l'idea di affrontare il tema del razzismo per il genere horror è veramente buona, quasi da farti pensare a come sia possibile che nessuno ci abbia pensato prima, la semplicità che secondo me negli horror è fondamentale, riprende quella concezione antiquata del terrore tipica dei vecchi film horror e che funziona maledettamente bene, incuriosisce il pubblico, lo sprona continuamente a cercare di capire cosa ci sia sotto, dato che si ha la sensazione di qualcosa ma non si riesce a capire cosa sia.
Per quest'ultimo punto mi ha ricordato The Invitation ma anche The Gift, che infatti sono due bei thriller. Perché Get Out ha più la struttura di un thriller con inserti horror, che poi forse è la cosa migliore c'è quella giusta dose di tensione andando più nel profondo, oltre il semplice saltino sulla sedia.


Le teorie del pubblico vengono poi complicate dalla conclusione, più malata di ciò che persone normali potrebbero mai immaginare. Ma al divertimento ed all'intrattenimento che la trama propone, ci si aggiunge una dolce nota comica agrodolce, che potrebbe facilmente essere paragonata ad una critica alla società, come d'altronde è la stessa trama per intero, e ad un cast di tutto rispetto che ha lasciato tutti a bocca aperta, soprattutto Daniel Kaluuya, uscito da uno dei miei episodi preferiti di Black Mirror.
In questo thriller che, se non fosse per il percorso appena agli inizi di Peele, si potrebbe tranquillamente chiamare horror d'autore, si sfiora perfino il paranormale, per una visione che non annoia e in cui non mancano i colpi di scena. Se avessi potuto cambiare qualcosa, io avrei aggiunto un po' di paura in più, che tende a farsi da parte lasciando il posto alla tensione, comunque sempre presente.


Potessi lo rivedrei anche adesso, il che fa di lui sicuramente uno dei titoli favoriti dell'anno in corso, soprattutto per il genere horror. Poche balle, un horror che riesce a divertire anche la mia dolce metà che odia gli horror, è un grande horror.


Commenti

  1. Secondo me un grande horror non è, però mi ha divertito e l'idea, almeno fino a un certo punto, regge benissimo. Peccato per il finale, troppo blando. Mancava la cattiveria. :)

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    1. Non riuscirei ad immaginarmelo diversamente, a dire il vero. Sono uscita dalla sala soddisfatta, e mi è bastato ^^

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  2. ho apprezzato il film, ma non così tanto. Nel senso che il film è interessante per la scrittura ed è vivacemente grottesco, ma a livello di regia e messa in scena non si discosta dalla massa( la massa buona)...

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    1. Capisco. Non è eccellente naturalmente, però mi ha divertita moltissimo, l'ho trovato intrigante nella sua imperfezione.

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  3. Ho tante aspettative, non vedo l'ora di vederlo!

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    1. Per me è una visione ben spesa. Spero ti piaccia!

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