Sicilian Ghost Story


E' stato questo piccolo-grande film nostrano ad aprire la Settimana della critica dell'ultima edizione di Cannes, appena conclusasi, guadagnandosi se non altro minuti interi di applausi.
Racconta la storia vera di Giuseppe Di Matteo che il 23 novembre del 1993 è stato rapito per conto di Giovanni Brusca, lo stesso che commissionò l'omicidio di Giovanni Falcone. Giuseppe fu rapito all'età di quasi 13 anni perché figlio di un pentito e tenuto in prigionia in condizioni pietose per 25 mesi, poi ucciso e dissolto nell'acido.


E' vero, purtroppo, che gli italiani audiovisivamente parlando siano abbastanza monotematici, ma è anche vero che bisognerebbe parlare di qualcosa che si conosce, che si è vissuto, per poterlo rappresentare al meglio e per non cadere in sperimentazioni a dir poco orripilanti. Ma esistono anche le vie di mezzo, come quella di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, che, dopo il loro primo lavoro Salvo, hanno accolto a braccia aperte. Sicilian Ghost Story è senza dubbio un film che parla di mafia, ma che, come dice anche il nome stesso, fonde alla vicenda reale un alone fantastico, misterioso e piacevolmente infantile. Mi viene in mente Lasciami entrare, ed il suo mediocre e recente remake Blood Story che però aveva lanciato Chloe Grace Moretz. Anche se da una parte di parla di mafia e dall'altra di un elemento fantastico che ha ben poco a che fare con il reale, hanno in comune il primo goffo, disinteressato e sincero amore che inevitabilmente tocca un po' tutti. 


L'elemento dark ed adolescenziale va evidentemente ad alleggerire, almeno in un primo momento, la terribile vicenda di Giuseppe e ci presenta il personaggio di Luna, compagna di classe di Giuseppe che, nonostante il silenzio del paese, non si da pace nella sua ricerca e nel suo ritrovamento. E' attraverso i suoi occhi, interpretati dalla bravissima e giovanissima Julia Jadlikowsa insieme a Gaetano Fernandez, che noi riviviamo questa tragica storia. In questo tentativo di addolcire la vicenda i due registi hanno voluto provare a ridare speranza, hanno tentato di far rivivere Giuseppe provando a salvarlo, come solo in un sogno sarebbe possibile fare, perché la mafia, anche in questo caso, dimostra la sua disumanità che costringe in questo caso ragazzi troppo piccoli a dover vivere e sopportare situazioni complesse anche solo da raccontare e che li costringono a crescere prima del previsto. 


E' un film di condanna sociale alternativo, la cui durata, che in qualche modo può apparire eccessiva, sta proprio a far pesare la tragicità del fatto, e a provare perlomeno a farci lontanamente immaginare l'eterna galera che ha dovuto sopportare il povero Giuseppe, prima di andare in contro al suo destino, ma anche dell'amore che ha spinto Luna a non arrendersi e a provare, nel suo piccolo, a far trionfare la verità.
Se come me non siete del tutto soddisfatti del cinema italiano, questo è il momento di andare in sala. Cercate la sala più vicina a voi che proietta il film e sosteniamo il buon cinema italiano, che purtroppo fa ancora fatica ad emergere.


Commenti

  1. ah! doevo vederlo poi mi hanno trascinato a vedere King Arthur

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  2. Grazie della segnalazione, spero di recuperarlo presto!

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    1. Un piacere!! Mi capitasse piú spesso di scoprire cose cosí!

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