Coco


Quest'anno ad avere un'offerta veramente ridotta è stata l'animazione, di cui si può giusto nominare l'indipendente e bellissimo La tartaruga rossa, ma è ovvio che siamo in un altro universo. La grande sorpresa di quest'anno doveva invece essere il coloratissimo Coco, che racconta del piccolo Miguel, un ragazzino messicano con il sogno di diventare un musicista come il suo idolo, l'osannato Ernesto de la Cruz, ma il cui sogno viene ostacolato dalla famiglia.

Non so bene cosa si sono fumati alla Disney, ma, sebbene io abbia da sempre adorato i cortometraggi che precedono i film Disney e Pixar al cinema, a volte anche più belli del film stesso, non penso di essere stata l'unica a trovare i 20 minuti abbondanti del corto dedicato ad Olaf decisamente esagerati. Prima di tutto perché Frozen, contrariamente a quello che pensa la maggior parte delle persone, non è il capolavoro che tutti elogiano, e in secondo luogo perché Le Avventure di Olaf non è altro che una lunghissima sequela di battute scadenti e (ben 6!!) canzoni ovviamente una più brutta dell'altra. Posso garantire che all'inizio di Coco mi era già passata la voglia.


Ma tornando a noi, sono diversi i messaggi che vuole destinare al pubblico e ancora una volta ci troviamo davanti a situazioni dedicate principalmente agli adulti. Fa sempre piacere notare come Pixar voglia ogni volta far emergere particolarità e tradizioni di varie culture, in questo caso si parla del Dìa de los muertos, una festività appunto messicana durante la cui sera si espongono su un'altare dedicato le foto dei defunti della propria famiglia, così che possano attraversare il ponte che collega il mondo dei morti a quelli dei vivi e trascorrere così una notte insieme ai propri cari. Proprio durante questa notte il nostro Miguel si ritroverà a fare delle scoperte che riguardano il suo bisnonno, che lasciò un giorno la propria famiglia per rincorrere il proprio sogno, quello della musica, senza fare mai più ritorno. 
La cultura messicana si basa moltissimo sulla memoria dei propri antenati ma anche sui valori su cui poggiare la costruzione della propria famiglia. Il film insegna come la famiglia cerchi di proteggere coloro che sono ancora vulnerabili e più piccoli a seconda di quelle che sono state le proprie esperienze di vita, per quanto sia giusto o sbagliato. Tra tutti i messaggi che potrete trovarci, a seconda anche delle esperienze personali di ognuno di noi, quello dell'amore per la propria famiglia è di certo il più importante: la protezione dei propri cari viene prima di qualsiasi altra cosa, a volte anche prima dei loro desideri.


Coco parte abbastanza bene ma senza fare veramente mai breccia nel mio cuore. Nonostante stia passando un periodo di grande fragilità e mi senta come se stessi per scoppiare a piangere anche per una banale pubblicità con un cane alla televisione, non mi sono emozionata, cosa per me fondamentale in film di questo genere. È come se non avessi trovato in nessuno dei personaggi quella familiarità che mi legava a loro, lasciandomi quindi ovviamente molto distaccata. 
Tralasciando per un attimo il poco coinvolgimento emotivo (per quanto mi riguarda) Coco è sicuramente un'animazione di buon livello, sia per quanto riguarda la storia, non eccessivamente scontata, e per quanto riguarda la grafica, sempre ottima alla Pixar. Non ho forse apprezzato molto le ambientazioni che, insieme ai colori, mi hanno ricordato troppo Inside Out, film che ho amato in un primo momento ma iniziato a detestare dal giorno dopo, per quanto lo riconosca ancora come rivoluzionario. Coco di molto interessante ha anche la CGI che è stata utilizzata per registrare nella maniera più accurata possibile i movimenti delle dita mentre i personaggi suonano le chitarre.


Insomma, Disney, e con lei Pixar, rimane una sicurezza per l'animazione. Ogni anno, bene o male, fa parlare di sé con dei lavori fuori dal comune ma che, per colpa del loro livello sempre molto alto, faticano ad eccellere e prevalere l'uno sull'altro. Diciamo anche che siamo abituati bene e che quindi negli anni parlando di animazione siamo diventati sempre più esigenti, o almeno per quanto mi riguarda. Vero anche che quest'anno, vista la concorrenza praticamente inesistente, vincerà facile.


Commenti

  1. Finalmente qualcuno che non osanna "Frozen", santoddio...
    Di questo invece ne sto sentendo parlare bene in ogni dove, anche se a pelle mi ispirava davvero poc.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sempre detto che Frozen é strasopravvalutato.
      Anche io ne sentivo parlare benissimo e anche a me diceva poco, e infatti...

      Elimina
  2. Devo essere uno dei pochi al mondo a cui non ha detto proprio niente, no.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sei solo, a quanto pare xD
      Bello tecnicamente ma mi ha lasciata abbastanza indifferente.

      Elimina
  3. Il corto di Frozen è una bestemmia anche per me che Frozen l'ho adorato. Gesù, che fastidio.
    Coco invece mi ha ridotta in brandelli, perlomeno sul finale, ed è un viaggio nei sentimenti, nei colori e nelle usanze messicane che non dimenticherò facilmente :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per il corto penso di aver fatto due, e intendo due di numero, risate per quanto erano scadenti alcune battute. Dovrebbero vergognarsi.
      Per Coco pensavo veramente di uscire in un laghetto di lacrime, e invece proprio nulla, nemmeno per la nonnina (doppiata orribilmente dalla Maionchi).

      Elimina
  4. Anonimo1/11/2018

    Finalmente una recensione che getta un po' di acqua sul fuoco :D, senno' quando guardo Coco, oltre a consumare fazzoletti, rischio magari di trovare il film al di sotto delle attese.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come d’altronde è successo a me. Il rischio purtroppo è altissimo, ma ti auguro di emozionarti tanto ^^

      Elimina
  5. Coco purtroppo non l'ho ancora visto...
    Ma Olaf si, perché l'hanno dato in tv lo scorso Dicembre.
    Ma che droga si sono sparati nelle vene i capoccia della Disney? Sono stati 20 minuti di trituramento dei cojoni!
    Oh, spero che sto corto apra gli occhi a tutti... Frozen è bello, ma non è questo film perfetto che ancora decantano!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Meno male che me l’ero perso a dicembre, se no avrei dovuto vedelro una secoda volta e non avrei retto. Davvero troppo brutto e insensato. Nemmeno Frozen posso vedere, quindi non faccio testo.
      Coco se ti capita guardalo, una visione la merita, ma finisce lí.

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Soul - E si torna a vivere

Notte Horror 2017: La zona morta

Le novità al cinema di aprile 2015