Silence


Apro così quello che spero sia un periodo di recupero, di preparazione alla notte degli Oscar, le cui nominations saranno svelate il prossimo 26 gennaio, con quello che sarà un mese di caccia spietata ai titoli che mi sono persa in questi ultimi due o tre mesi. Silence, tra i titoli che andrò a recuperare e quelli che invece usciranno nei nostri cinema, è un perfetto esempio del livello qualitativo e di impegno che mi aspetto per la conclusione del 2016 (e che, naturalmente, noi vedremo in ritardo rispetto al resto del mondo). 

1600. Due padri gesuiti portoghesi, padre Rodrigues e padre Garrupe, partono per il Giappone con la missione di ritrovare l'uomo che li iniziò al cristianesimo, padre Ferreira, consci del fatto che in Giappone si stava consumando un'orribile persecuzione di coloro che venivano scoperti convertiti alla religione cristiana. 


Sono davvero pochissime le parole giuste per riuscire a descrivere propriamente sia il film, che la sensazione che ho provato guardandolo. Premetto che, come ho detto anche in passato, la mia religiosità è quanto meno scarsa, per questo motivo sono sempre un po' scettica quando si tratta di film riguardanti capitoli biblici o a loro in qualche modo legati, non sono mai riuscita a sentirli, per ovvi motivi, vicini a me, dandomi così molto poco. Silence non è solo un film che rappresenta in modo scrupoloso un frammento di storia di cui si parla molto poco, ma ispeziona dettagliatamente soprattutto il lato psicologico dei personaggi ed il grande dilemma della fede.
Dal punto di vista visivo è potentissimo; Scorsese ci ha messo anni per scriverne la sceneggiatura dopo aver letto il libro dal quale è tratto, ma ricrearne per filo e per segno il paesaggio antropologico e paesaggistico del Giappone del 1600 non dev'essere stato tanto più facile. Il risultato della fotografia è mozzafiato, un po' meno lo sono quei pochissimi effetti speciali che sono stati utilizzati e che, non nascondo, non passano inosservati. 


Ma Silence è un film che insieme a molta fisicità ha anche molta anima, che diventa la protagonista e finisce per coinvolgere totalmente lo spettatore in un alone mistico. Qui Andrew Garfield, che ha portato forse la più bella delle sue interpretazioni e forse ha finalmente definito se stesso come attore, è il fulcro della narrazione ed il suo personaggio, oltre al viaggio in Giappone, deve soprattutto affrontare quello religioso, e nel suo caso cristiano. Il suo percorso spirituale tra sofferenza, scoperte struggenti e dubbi sarà il più complesso della sua esistenza, Senza mai avere la sicurezza di giungere al suo obiettivo. Scorsese si sarà anche preso il suo tempo, ma ne è valsa la pena. Qualche pecca non tarda ad arrivare durante la visione, e prima tra tutte la sensazione che ad ogni modo 2 ore e 40 minuti si fanno sentire, ma nonostante questo riesce a coinvolgere dalla prima all'ultima scena, lasciando allo spettatore l'amaro in bocca, anche conoscendo questo capitolo della storia, ma portando alla mente molte domande su noi stessi, su ciò che siamo con una lucidità disarmante propria della spiritualità e con la quale non ho molta familiarità. 

Commenti

  1. Grandissimo film che, con tutta probabilità, agli Oscar verrà ignorato se non per qualche premio tecnico. Peccato, perché potrebbe diventare, tematicamente parlando, uno dei più importanti dell'anno.

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    1. Ho lo stesso timore, purtroppo. Io l'ho vissuto come un'esperienza fuori dalla quotidianità.

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  2. Non ho ancora visto il film e quindi rimando ogni commento a dopo la visione. Però mi sento di dire una cosa, giusto per "stimolare" un po' il dibattito critico: leggo da più parti che questo è un film "impegnativo", "tosto", "faticoso", "le tre ore si fanno sentire", eccetera eccetera... per poi essere definito da (quasi) tutti un "capolavoro". Ecco, io dico che se un film è "faticoso" per lo spettatore, questo non è esattamente un giudizio positivo, anche se il regista si chiama Scorsese. Mi spiego meglio: non voglio ASSOLUTAMENTE sostenere il cinema di puro consumo, ci mancherebbe altro, però un film che, pur nella sua magniloquenza e accuratezza storica, è "faticoso" per chi guarda, secondo me non merita l'appello di capolavoro... che ne pensate?

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    1. Apprezzo molto il dibattito e mi fa piacere che tu lo abbia detto.
      Io non ho mai detto che sia un capolavoro, se no gli avrei dato il massimo dei punti, ad esempio.
      Per quanto riguarda l'appellativo di "faticoso" io mi riferisco al fatto che, soprattutto per contenuti, è un film molto intenso, non facile da digerire perchè ha una carica emotiva pazzesca, non perché sia lento o macchinoso, non ho assolutamente patito le scelte tecniche. Ho patito un pelo la durata proprio perché il tema è spiritualmente complesso, umanamente complesso, a questo mi riferisco io. Gli altri non so a cosa si riferiscano.

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    2. Vorrei comunque aggiungere che per essere cinema di consumo questo è tra i più elevati che abbia mai visto. Sotto ogni punto di vista, anche per il fatto che abbiano curato meno gli effetti speciali, un po' fa pensare dato che di budget ne avevano.

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    3. Infatti qui volevo arrivare: c'è chi accosta la parola "faticoso" a "complesso", ma non è certo la stessa cosa. Un film può essere impegnativo per la ricchezza di contenuti, ma è ben diverso dall'essere noioso. Quando vedrò il film ti saprò dire :)

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    4. Si esatto, dipene da come lo intendi, se con connotazione negativa oppure no. Più che complesso, poi, io direi più molto intenso, in questo senso l'ho trovato faticoso, perché molto impegnativo. Leggerò volentieri ^^

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  3. ah bene, mi sto sfregando le mani! .. :-)

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  4. A me le due ore e quaranta sono volate. Puro godimento.

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    1. Noi lo abbiamo accurato, ma niente di più, vorrei che fosse chiaro. Non ci è pesato, è solo ce ne siamo accorti entrambi con molta chiarezza.

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  5. il trailer non mi ha minimamente toccata...
    nel senso che, sebbene regista ed attori siano appetitosi come pochi, l'argomento del film e la sua ambientazione, invece, mi sono parecchio parecchio lontani... e poi mi pare che duri una cifra esorbitante!
    mi sa che lo recupererò in tv più avanti

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    1. La sala del cinema ha fatto un gran lavoro di suggestionamento, ne vale davvero la pena, per quello non mi baso mai sui trailer. In quanto ai contenuti, io prima di vederlo non mi ero informata molto sulla trama, ma sono io la prima a non essere attratta da certe tematiche.

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  6. Purtroppo non sono ancora riuscito ad andare al cinema a guardarlo, spero di riuscire a rimediare prima che scompaia dalle sale perchè Scorsese difficilmente tradisce, e questo sembra proprio uno di quei progetti estremamente personali ai quali tiene particolarmente

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    1. Esatto, è molto personale. Ti piacerà di sicuro ^^

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  7. Era da un po' che non ci si trovava di fronte a un film di tale portata, del quale riconosci da subito la grandezza. Le 2 e 40 si fanno sentire sebbene resti interessante sino all'ultima inquadratura (proprio l'ultima è quella che più mi ha colpito). Sono ateo, ma immaginavo il modo nel quale Scorsese avrebbe affrontato il tema della fede, lucido e distaccato. Alla fine non sai se ammirare padre Rodrigues o detestarlo per le sue scelte.

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    1. Ciao! Sei nuovo da queste parti o sbaglio?
      Concordo in pieno, anche io sono stata rapita fino all'ultimo, precisamente. Vedo che siamo sulla stessa lunghezza d'onda in fatto di religiosità, perciò ci intendiamo anche per l'interpretazione che Scorsese le ha voluto dare. Ho trovato davvero curioso il modo tanto dettagliato e preciso col quale ha voluto trattare questo argomento, spesso e volentieri spinoso. Io non riesco a biasimarlo per le scelte che ha fatto, al suo posto non so se avrei potuto fare molto di più.
      Vengo a farmi un giro dalle tue parti.

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    2. No, ho solo cambiato profilo, ma seguo il tuo blog da parecchio tempo.

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  8. Spero di vederlo presto, ho molte aspettative su "Silence"

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