Dunkirk


Nel maggio del 1940 i soldati inglesi, venuti in soccorso degli alleati francesi assediati dall'esercito tedesco, si trovano accerchiati dal nemico sulle spiagge di Dunkerque in attesa dell'arrivo di imbarcazioni che li riportino in patria. 

In questo caso più che in qualsiasi altro caso di film storico ci tengo a ricordare quanto il mio parere sia oggettivo. É naturale che parlando di cinema, se lo si ama, è difficile essere obiettivi nel giudizio, ma, dal momento in cui il genere storico/bellico è sicuramente il genere che meno apprezzo tra tutti, inevitabilmente mi riesce più facile essere uno spettatore imparziale.
Dall'uscita della notizia di un nuovo film di Nolan e della tematica, sul web ho iniziato a leggere discussioni, insulti e frecciatine varie sul fatto che Nolan sia un regista sopravvalutato, nei casi più pacati, fino ad arrivare ad appellativi che non starò a riportare. Uso quindi questa sede per dire la mia e inizio col dire che personalmente con Nolan non ho mai avuto nessun tipo di problema, penso che dei suoi titoli me ne manchino giusto un paio mentre gli altri, chi più, chi meno, ho avuto modo di apprezzarli tutti. Come in tutte le cose gli estremismi sono sbagliati e i social portano semplicemente ad esasperare il proprio punto di vista, ma una cosa la devo dire: tutto si può dire di Nolan ed i suoi film, possono non piacere e quello è soggettivo, non si è inventato nulla di nuovo, verissimo, ma non lo si può certo criticare come regista, benché tecnicamente ha sempre dimostrato ricerca, attenzione e varietà, in parole povere sono dei bei film, che vi piacciano o meno, e lo dico io per prima che non digerisco Inception, ma non per questo devo urlare al mondo che faccia schifo visto che così non è. Chi si limita a criticarlo negativamente andando oltre il proprio gusto senza argomentare il proprio pensiero penso che sia una di quelle persone che ha solo bisogno di dare aria alla bocca o di far andare le mani sulla tastiera semplicemente perché oggi andare contro corrente è di moda.


Io non vi illuderò dicendo che Dunkirk non sia un film di guerra o non lo sembri, perché non è così, ciò che fa la differenza e lo fa sembrare tanto diverso dagli altri è che questo è un film di guerra ben fatto, ricco, sia nel budget che nel cast e diretto da un regista che sa il fatto suo. É un bel film di guerra che fa vivere momenti terrificanti, che ti fa immedesimare profondamente nella disperazione di quei ragazzi, ormai uomini, che, senza via di fuga, iniziavano a rassegnarsi all'idea della morte, quasi più dolce della sconfitta subita e del terrore di tornare in patria. 
In meno di due ore è stata raccontata un episodio di straordinario patriottismo della seconda guerra mondiale da tre punti di vista differenti: le spiagge, su cui si ammassavano i soldati inglesi in cerca di una via di fuga, il cielo, in cui sempre i soldati inglesi cercavano di abbattere i bombardieri tedeschi, e in mare, in cui non solo le flotte inglesi cercavano di avvicinarsi alle coste francesi, ma anche i civili inglesi partirono con le loro imbarcazioni in soccorso dei loro compatrioti.


L'effetto che fa dopo la prima visione è lo stesso della prima visione di La La Land, un film immenso, che ha bisogno di essere rivisto e assimilato. Lascia addosso un senso di inquietudine impressionante creato dalla condizione di limbo in cui si trovano i tanti protagonisti della vicenda, sospesi tra la vita e la morte, tra la rassegnazione e la speranza di sopravvivere. Dunkirk emoziona facendo leva sui valori fondamentali che contraddistinguono l'uomo come il rispetto, la speranza, l'uguaglianza aiutato da una fotografia mastodontica ed una colonna sonora da pelle d'oca, difficile uscire dalla sala come se niente fosse, si esce piuttosto scossi dal terrore espresso perfettamente dalla coralità di attori e comparse. É un film grave di cui avevamo incredibilmente bisogno sia per risollevare un 2017 per il momento fiacco, sia per segnare un'epoca, è infatti il film che segna il punto a cui è arrivato il progresso cinematografico e che ci fa intendere cosa ci aspetti in futuro, una sorta di punto di non ritorno in cui il cinema è diventato estremamente realistico, non ci sono più barriere o limiti.
Vissuto in 70mm, come immaginato e realizzato da Nolan e con un audio incredibilmente realistico, non sono stata solo uno dei tanti spettatori, ma abbiamo assistito ad uno spettacolo straordinario, di rara forza e verosimiglianza, la sala, in completo silenzio, annegava e bruciava con loro nelle acque poco distanti dalle coste francesi.


Un film memorabile, già cult che, anche per l'arruolamento del cast, non ha badato a spese, riuscendo ad aggiudicarsi una lista di attori di prima scelta, tra cui Tom Hardy, Cillian Murphy, Mark Rylance e Kenneth Branagh, e alcune scoperte veramente interessanti, come nel caso della prima esperienza attoriale del cantante Harry Styles, ma anche di Fionn Whitehead e Jack Lowden.
Nulla di nuovo, come nel caso di La La Land, ma, con un occhio agli errori del passato, è stato creato un prodotto in grado di mettere d'accordo un ampio pubblico e che può vantare una regia senza sbavature e che punta dritta dritta agli Oscar. 
Il 2017, cinematograficamente parlando, verrà sicuramente ricordato per Dunkirk, adesso vedremo, da qui a febbraio, di quanti altri film si potrà dire lo stesso.


Commenti

  1. Magnifico, con un paio di piccoli difetti che però vengono letteralmente offuscati dai suoi innumerevoli pregi. Visivamente magnifico e la sceneggiatura è curatissima e non sbaglia mai!

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    1. Assolutamente, e sono sicura che ad una seconda visione lo si possa apprezzare meglio.

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  2. Ammettilo, ti è piaciuto principalmente per Tom Hardy :-P

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    1. Mi conosci troppo bene xD
      Scherzi a parte, riesce a fare delle ottime prove anche quando gli si vede metà faccia e ha la voce cammuffata O.O

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  3. Visto, finalmente. Che dire? Tecnicamente sublime, però a mio parere eticamente molto, molto discutibile. A me è sembrato un film molto cerchiobottista, poco coraggioso, incline ad accontentare un po' tutti. Mi spiego: per 3/4 ci mostra dei soldatini inermi in balìa degli eventi, sembra un film quasi "malickiano" sull'insensatezza della guerra, poi nell'ultima parte si cade nella retorica più sfrenata. Con questo non voglio dire che non si possa fare un film di propaganda, ci mancherebbe, ma non tenendo il piede in due staffe. Sull'argomento comunque il dittico Eastwoodiano "Flags of our fathers" e "Lettere da Iwo Jima" resta insuperabile, con buona pace di Nolan.

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    1. Che sia poco coraggioso è vero, anche tecnicamente non si inventa nulla di nuovo. Eticamente è effettivamente "buonista", ma, detto col cuore, non mi ha dato affatto fastidio. Non amando i film di guerra questo, come dici anche tu, ha messo d'accordo anche me forse proprio perchè non esagera dal punto di vista politico.

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