Genius


Basato sulla biografia "Editor of Genius" di Scott Berg e Max Perkins, è una storia ambientata nella New York degli anni Venti, quando l'editore letterario di grande fama Max Perkins, che lavorò con i più grandi scrittori di inizio Novecento, decide di aiutare il giovane Thomas Wolfe nella pubblicazione del suo primo libro.

Genius è uno di quei film che un po' ti ingannano perché, attirato da un cast con i fiocchi e dalle fredde ambientazioni degli anni Venti, ti convince ancora una volta ad andare al cinema a vedere una biografia, perché in quel momento ti sembra la scelta giusta. Poi, puntualmente, a metà visione esci da quel torpore e dalla falsità creata dalle "geniali" pubblicità, capisci di aver di nuovo sbagliato e vorresti spararti.
Di per sé l'idea di far diventare questa storia un film non sarebbe stata affatto malvagia, anzi, pur non essendo una grandissima lettrice di romanzi dell'epoca, quello della letteratura dei grandi autori è sempre stato un mondo molto curioso, conosciuto solamente sui libri di scuola e qualche film qua e là nel chiacchiericcio generale e le risatine della classe. Ho sempre avuto la sensazione che fossero persone di una certa durezza morale, alcune dedite ai piaceri della vita, altre completamente chiuse in se stesse, persone molto misteriose e forse è per quello che la grande letteratura appare tanto affascinante. Perciò conoscere più da vicino le storie reali che li hanno portati al successo non può che essere interessante, fa anche riflettere su quanto il loro ideale di successo fosse tanto diverso da quello di oggi, meno materiale e più spirituale.
Sarebbe stato tutto bellissimo, se solo non avessero messo il film in mano ad un regista teatrale.


Vuoi che mi possa perdere un film con Colin Firth e Jude Law? Jude Law che tra l'altro sta percorrendo un percorso di sola crescita e che ho rivalutato nel giro di un anno; se prima era una macchietta adesso sta crescendo a vista d'occhio ed inizio a stimarlo e a riconoscerne i meriti.
Colin è...sempre il solito Colin dopotutto, nel bene e nel male, questa è stata forse la sua interpretazione più insipida, ma rimane comunque Colin Firth e guai a chi lo tocca.
Loro due sono l'unico motivo per cui prendere in considerazione di vedere il film, aiutati da un'atmosfera perfettamente ricostruita, forse addirittura sprecata per un film del genere tanto è scrupolosa e dettagliata, se ne può quasi respirare l'aria di quella vecchia carta intrisa di inchiostro e del fumo di sigaretta.
Ma, arriva il solito ma. La sceneggiatura, manco a dirlo, è prettamente di stampo teatrale, e se c'è una cosa che ho imparato da questo benedetto esame di storia e critica del cinema è che gli elementi di drammaturgia utilizzati nel cinema e nel teatro sono e devono sempre essere differenti, in quanto appunto si tratta di due tipologie diverse di spettacolo. 
Tutto questo però sembra strano, dato che la sceneggiatura è stata scritta da John Logan, che, a differenza del regista alla sua opera prima cinematografica e con un passato prettamente teatrale, di esperienza nel mondo del cinema ne ha abbastanza da poter scrivere qualcosa di adeguato.
Magari per un'incomprensione, probabilmente le due parti non sono riuscite a lavorare al meglio all'unisono, io questo non lo so, so solo che dopo i primi 25 minuti, anche abbastanza trascinanti, il film diventa di una lentezza unica, definirlo soporifero è riduttivo, è capace di sfiancarti al punto da non aver voglia di vedere come va a finire (sempre che tu già non lo sappia).


Questa è l'ennesima prova del fatto che le medio-grandi produzioni americane/inglesi spingano sul cast, inserendoci anche Guy Pearce ed una Nicole Kidman tiratissima e a dir poco irritante, giusto per non farci mancare niente, per far presa sul pubblico e per ovviare ad un risparmio avvenuto invece su regia e sceneggiatura. E dire che ad un certo punto, dopo averne viste un po', uno dovrebbe anche fiutarle al volo fregature di questo genere.
Quindi no, questa volta non riesco a chiudere un occhio e non voglio, perché è stata una delle visioni più noiose degli ultimi anni. Mi dispiace solo per lo spreco immane di talento; Jude Law ce l'ha messa tutta.

Commenti

  1. Io invece l'ho adorato e fino all'ultimo sono rimasta intrigata dal parallelo tra "limatura" del romanzo e limatura del caratteraccio di Wolfe, personaggio tanto strabordante quanto insopportabile.
    Ho trovato inoltre molto interessante, per una volta, la scelta di concentrarsi su una figura nascosta come l'editore piuttosto che sullo scrittore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quello si infatti ho sottoloneato anche io che la scelta della storia, proprio della lavorazione del libro, sia molto interessante, ma ho odiato il modo in cui hanno deciso di raccontarla! Sono film che trovo uguali a tanti altri e che dimentico con troppa facilitá, magari non fanno per me!

      Elimina
  2. Anch'io l'ho trovato un po' lo spreco di un soggetto e di risorse interessanti... peccato!
    Però penso che recupererò la biografia scritta, per curiosità :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci sarebbero molte core che dovrei recuperare e leggere, potrebbe essere interessante ma non so quanto adatta a me come lettura.

      Elimina
  3. pienamente d'accordo, un po' mediocre, peccato per lo spreco di cast...

    RispondiElimina
  4. Ho capito, semmai proverò a recuperarlo quando uscirà in dvd, sperando di non addormentarmi sul divano ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Te lo auguro xD ma io stavo per fare la stessa fine.

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Soul - E si torna a vivere

Notte Horror 2017: La zona morta

Le novità al cinema di aprile 2015