Fargo - Terza stagione
La terza stagione della serie ispirata al celebre ed omonimo film dei fratelli Coen si ispira sempre a fatti accaduti veramente e sempre, manco a dirlo, in Minnesota. Questa volta nell'occhio del ciclone sono i due fratelli Stussy, Emmit, magnate dei parcheggio del Minnesota, e Ray, accecato dall'invidia per la fortunata sorte del fratello. Non sarà solamente la faida familiare a scombussolare la quotidianità dei due fratelli, ma anche l'arrivo di un misterioso imprenditore inglese, V.M. Varga.
Lasciatemi sfogare.
CHE NOIA CHE NOIA CHE NOIA CHE NOIA CHE NOIAAAAAAAAAA!!!!!
Dopo due stagioni molto ma molto buone, Fargo ha deciso di tritarci le balle, per essere fini.
Dimenticatevi tutto ciò che avete visto precedentemente, quel bel pathos che ha caratterizzato Fargo fino a questo momento, dimenticatevelo proprio. Qui tra poco non si riusciva a percepire nemmeno il suo black humor, solo una noia mortale.
La qualità di Fox è sempre quella, il prodotto non è cambiato di una virgola dal punto di vista di impacchettamento, ma tutto il resto? Dov'è finito il Fargo che mi lasciava sulle spine? Quello con i personaggi accattivanti e la trama coinvolgente?
Se non altro, questa terza stagione vanta delle meravigliose interpretazioni. Primo tra tutti Ewan McGregor impegnato in ben due ruoli diversi, anzi, diversissimi, ovvero quelli dei due fratelli protagonisti uniti da un legame burrascoso. Al secondo posto c'è sicuramente il ruolo di David Thewlis, il bravissimo attore inglese conosciuto per il ruolo del Professor Lupin nella saga di Harry Potter, qui in forma smagliante ha sfoderato un'interpretazioni che entra nelle ossa e ti inietta un brivido di profondo ribrezzo. A dir poco straordinario.
Per il resto sono molto pochi i colpi di scena della stagione. Non credo di esagerare dicendo che questa è di sicuro la stagione più sotto tono vista fino ad ora, che abbassa in modo rilevante il livello meglio che avevano consolidato le prime due. Sono sempre più dell'avviso che le serie tv quelle belle veramente dovrebbero limitarsi ad un'unica stagione, massimo due, perché nella stragrande maggioranza dei casi finiscono per distruggersi da sole e come spesso accade le stagioni che seguono diventano lunghe e noiose. Perché il vero problema di questa stagione è che vive in un personale stato di dormi-veglia per poi svegliarsi negli ultimi due episodi. Ma non è finita qui, perché se le prime due stagioni avevano un fantastico black humor che richiamava ovviamente quello dei Coen, qui c'è solo una lontana intenzione che sfocia in momenti WTF surreali più che comici, ma surreali in modo fastidioso.
Sinceramente sono molto dispiaciuta perché Fargo è sempre stata una serie veramente meritevole, di quelle che ho sempre consigliato a tutti, soprattutto ai fan dei Coen, ma che da questo momento ha perso credibilità. Raggiunge la sufficienza solamente grazie alle interpretazioni che sono riuscite a farmi provare qualche sentimento, ma, per il resto, tutto ghiacciato come il Minnesota.
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