Recupero time: Contagious - Epidemia mortale


Il 2015 è stato un po' l'anno degli zombie. Forse più che il 2015 è quest'ultimo decennio che ha rimesso in piazza le icone dell'horror del passato, poi trasformate ed utilizzate per scopi puramente commerciali ed in alcuni casi creando dei veri e propri mostri, dal punto di vista negativo e cinematografico del termine. Anche se me ne rendo conto, io personalmente ho poco di cui lamentarmi, dato che quando uscí il primo Twilight io ero in piena adolescenza, perciò non me ne persi uno.
Vampiri e zombie erano, e purtroppo sono ancora, tra i prescelti, basta vedere la quantità di film sfornati e per tutte le età di cui disponiamo, insomma, vanno alla grande. Sono ancora un po' frastornata dal remake zombiesco di Orgoglio e pregiudizio, ma sono sicura che prima o poi mi passerà. L'unica cosa inquietante è che questa tendenza per il momento si è attenuata ma non accenna ad una vera e propria morte, o non-morte, per rimanere in tema.

Scenario post-apocalittico, un virus letale si sta lentamente espandendo facendo sempre più vittime. È un virus per cui non ci sono cure e che porta il corpo ad una lenta necrosi fino a quando della persona rimane solo un'involucro spento, assente e in continua ricerca di cibo.
Maggie, la figlia di Wade, è stata morsa da una di queste creature ormai trasformate, il virus è in circolo e non c'è scampo, ma pur essendoci alcune soluzioni per trattare il decorso della malattia, Wade decide di tenerla con sè e la sua compagna.


Essendo iniziata questa moda del mostro belloccio e amorevole proprio nel periodo in cui un'adolescente cerca di scoprire il più possibile del mondo per poi capire quale sia il suo posto, io in questo campo mi sento un po' una professionista; ai tempi, iniziando appunto con Twilight, tutto ciò che aveva vampiri, zombie o lupi mannari & co. lo guardavo. Lasciata alle spalle Disney Channel, sono passata a Sweeney Todd, Io sono Leggenda, passando per Warm Bodies, arrivando poi a serie tv come TWD o AHS. Vi dico solo che fin da piccola uno dei miei film d'animazione preferiti era The Nightmare Before Christmas, che proprio normale normale non è, e ancora oggi mi chiedevo come una bambina di 10 anni facesse a non spaventarsi.
I film, dall'altro canto, si sono evoluti a modo loro sul tema. Ricordo bene World War Z che aveva trattato il tema zombie in modo differente dal solito, da un punto di vista più medico che horrorifico, e questo Contagious me lo ha ricordato molto perchè come lui tratta l'argomento in maniera anticonformista, mettendo al primo piano l'umanità delle persone colpite dal virus.

Il punto di forza del film non è di sicuro la trama; il fatto è già stato commesso, Maggie ormai è condannata, ma il film ti chiede: se tu avessi un figlio che in un futuro prossimo si trasformerà in un mostro con il solo scopo di mangiarti, cosa faresti? Lo abbandoneresti o gli staresti vicino fino all'ultimo? Perciò il cammino è quello, non ci si gira intorno. Tutto sta nell'osservare i comportamenti di un padre verso un figlio malato.
Ovviamente, il discorso è facilmente proiettabile su qualsiasi famiglia che nella realtà combatte per malattie terribili e che, passo dopo passo, accompagnano il proprio figlio alla guarigione con tutto l'amore e l'appoggio che un genitore può dare, ed è per questo motivo probabilmente che il film colpisce. Che sia una malattia realmente esistente o di fantasia, ciò che viene rappresentato è l'amore incondizionato e la resistenza di fronte ad un pericolo imminente che solamente un padre o una madre possono affrontare pur di salvare o star vicino al proprio figlio.
Wade, per questo motivo, è un personaggio impeccabile. Schwarzenegger, pur non essendo più nel suo periodo d'oro e pur non dovendo interpretare scene particolarmente impegnative, solo con uno sguardo riesce a comunicarti esattamente quell'emozione, quella tragica consapevolezza che nel suo cuore non vuole trovare pace, ma soprattutto il fatto di non poter fare nulla per salvarla, l'assoluta impotenza di un padre nel vedere la propria figlia scomparirgli davanti agli occhi, lentamente. Questo Arnold è riuscito ad esprimerlo in modo impeccabile, la maggior parte delle volte senza l'aiuto di battute, ed è uno (se non l'unico) dei traguardi del film.


Ciò che mi ha fatto davvero specie è stata la scelta di focalizzarsi più sulla figura del padre che su quella della figlia che stava affrontando in prima persona la malattia. Certo, anche la figlia ha saputo affrontarlo nel più consapevole dei modi, ma ho percepito più di tutti il dolore del padre, come se Maggie ad un certo punto si fosse ormai arresa, anche se conscia del suo tremendo destino.
Finisce qui la particolarità di Contagious, non è capace di offrire null'altro, e ho apprezzato molto anche la scelta di farlo durare un'ora e mezza, prolungandolo anche solo di mezz'ora sarebbe stato il film più noioso dell'anno.
Il solito tema trattato con più cuore delle altre volte e nel quale è, secondo me, molto semplice ritrovarsi ed immedesimarsi. Detto questo, credo che con la tematica dell'apocalisse zombie televisione e cinema abbiano dato tutto ciò di cui disponevano e la parentesi si potrebbe anche chiudere qui, Contagious, in fin dai conti, ne è la prova.

Commenti

  1. Sono d'accordo con te, alla fine ho apprezzato molto Schwarzenegger, che dimostra ancora una volta di saper cambiare dando una svolta alla sua carriera, di questo film secondo me la sua prova è la parte migliore ;-) Cheers!

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  2. Sul finale, ammetto che mi sono dato a un notevole piantone. ;)

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    1. Anche io xD Emotivamente riesce a coinvolgere un sacco!

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  3. film che non ho apprezzato, inverosimile anche nel dramma...

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    1. Io l'ho trovato valido proprio nel dramma, invece.

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  4. Avrei voluto davvero apprezzarlo, un po' per nonno Schwarzy che adoro, un po' per gli zombie, però alla fine... zzz...................

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    1. xD l'effetto soporifero ha prevalso! Io l'ho trovato abbastanza lento ma per un mix di mancanza di contenuti e delicatezza, per il resto è riuscito abbastanza bene.

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  5. Ti dirò, a me ha colpito proprio per come si concentra più sul padre. Alla fine provare empatia con un malato è 'semplice', concentrarsi sul dramma di chi gli vive intorno è la vera impresa proprio perché p più sottile. Schwarzy poi davvero sorprendente.
    Imperfettissimo e a tratti pure ridondante, però una gradevole sorpresa.

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    1. Hai proprio ragione, è cosí. Le due cose hanno funzionato, secondo me, e gli sguardi di Arnold davvero mi mettevano i brividi o le lacrime agli occhi.

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