Di tutto un po' - Acrid


Acrid, che in iraniano significa acre, aspro, pone l'attenzione sui cambiamenti della società, svela un universo poco raccontato e in fondo non così tanto lontano, si concentra sull'amarezza e sulla sofferenza che solo il tradimento può causare.

E' l'opera prima di Kiarash Asadizadeh, regista iraniano che fino ad ora era conosciuto per cortometraggi e spot televisivi e che adesso si lancia sul grande schermo. Il film è stato presentato all'ottavo festival di Roma, dove ha vinto il premio per il miglior cast giovanile, ed è distribuito da IMAGICA, una piccola casa di distribuzione che punta molto sulla qualità del prodotto e sulla presenza in sala di circuiti cinematografici alternativi.
Si pone in primo piano sulle donne iraniane, raccontate nella vita di tutti i giorni. Ambientato a Teheran, vede protagoniste quattro donne i cui destini si scoprono pian piano con lo sviluppo della trama. Soheila è un medico che lavora in una clinica per bambini malati, e ogni sera torna a casa da un marito che ha il vizio del tradimento e l'abitudine di assumere nel suo studio ginecologico solo segretarie nubili. L'ultima impiegata che assume è Azar che, pur di ottenere quel lavoro, nasconde al medico di essere sposata. La vita di Azar a casa però è un inferno, e mentre Azar aspetta il divorzio, il marito frequenta Simin, insegnante all'università. Per chiudere la storia, tra gli studenti di Simin c'è Masha. Tutte donne alle prese con uomini all'interno di un Paese che non vuole cambiare, ma queste quattro donne proveranno a prendere in mano il proprio destino resistendo e fuggendo.


Acrid sarà nelle sale italiane l'11 giugno, mentre già il 3 spero di riuscire a postare un mio commento, dato che avrò l'onore di vederlo in anteprima nazionale. 

Commenti

  1. Questo me lo segno e spero lo proiettino dalle mie parti.

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