Gran Torino


Walt Kowalski è un uomo ormai anziano, solo e malato, dilaniato dalla sofferenza delle azioni commesse durante la guerra di Corea. I suoi due figli ormai sposati lo chiamano solo per dovere e per provare a sistemarlo in una casa di riposo, in modo tale da poter entrare in possesso dei suoi averi. Ironia della sorte, i suoi vicini di casa sono di etnia Hmong, ed inizialmente non nutre una grande simpatia per loro e le loro usanze. Poi però decide di prendere sotto la propria ala il figlio più piccolo della famiglia asiatica, Thao, aiutandolo a difendersi da una banda di teppisti e farlo diventare un vero uomo, instaurando con lui un'amicizia del tutto inaspettata.

Voglio proprio iniziare bene: ma quant'è brutta la locandina? Insomma, non rispecchia per niente la trama del film, non ci azzecca nemmeno il genere. Quando uscì mai più avrei immaginato che fosse un film drammatico con una punta di comico, dalla locandina, piuttosto, puoi immaginarti che sia un film d'azione/thriller. Pessima scelta, davvero. 
Non ho visto abbastanza lavori di Clint Eastwood per poterne giudicare lo stile. La reputazione generale è quella di uno dei più bravi registi al mondo, anche se all'uscita di American Sniper ho dovuto ammettere di non essere rimasta senza parole come il resto del mondo, nel complesso credo sia piacevole ma non epico come lo descrive la maggior parte della gente, assolutamente. Ma ho deciso di non farmi trascinare da quest'ultimo film, perciò preferisco pensare a Gran Torino come a qualcosa di distaccato da American Sniper, com'è giusto che sia dato che si tratta anche di due generi completamente diversi. 
Personalmente, in generale non impazzisco per i film diretti e interpretati dalla medesima persona (camei a parte), e non so nemmeno spiegarvi esattamente il perché, probabilmente perché lo trovo un gesto egocentrico, ma è un ragionamento molto superficiale al qual non dovere fare caso.


Questo film l'ho trovato invece molto personale in maniera quasi sorprendente per lo stesso motivo che poco prima ho detto di non amare; ho trovato che nel protagonista ci fosse più Clint che fantasia, e di conseguenza ci mette un niente ad essere intercettato dal pubblico. E' quell'anziano all'apparenza un po' incattivito dalla vita ma che in fondo ha un grande cuore, un personaggio che grazie alle scelte del film ti segna e al quale è molto semplice affezionarsi.
Mi ha ricordato moltissimo The Karate Kid - La leggenda continua, che, per carità è posteriore a Gran Torino, ma racconta la stessa forte storia d'amicizia tra un anziano ed un ragazzo, ed in entrambi i casi, l'uno insegna all'altro i segreti per cavarsela da solo nel proprio mondo. 
La tenerezza con cui si prende cura del ragazzo, e le caratteristiche della famiglia di orientali, conferiscono al film una comicità che ti fa affezionare ai personaggi prima del gran finale, ovvero il momento in cui, almeno a me è successo così, il cuore ti si spacca in mille pezzi. E' la semplicità della storia ad arrivare al cuore del pubblico, e Clint non ha fatto altro che metterci tutto se stesso per azzeccare in ogni minimo particolare le corrette caratteristiche dei personaggi. 
Ecco, l'unico neo del film è un po' di scontentezza e questo ha pesato molto sul mio giudizio finale.

Valutazione:


Commenti

  1. Mi manca.
    come quasi tutti i lavori di clint devo ammettere! temo di aver visto solo Invictus e Million dollar baby, entrambi bei film

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    1. Ti faccio compagnia, anche a me ne mancano un sacco!

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  2. Voglio esser sincero...
    Lo vidi anni fa, dopo un casino di "spinte" degli amici: "Vedilo, ti piacerà!"
    E io: "Uff.... mi ispira davvero poco"
    Meno male che mi hanno rotto davvero tanto :)
    Grandissimo film!

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  3. Ho amato questo film più di tutti gli ultimi lavori firmati Clint. Scontento sì, ma credo sia stato necessario come stato d'animo. =)

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  4. Film meraviglioso.
    Forse il testamento artistico di Clint.

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  5. Non ci fosse "Mystic river" questo sarebbe uno dei miei film preferiti. Grandissimo. Un ritratto dolce ma amaro di un perdente che ottiene la sua rivalsa.

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  6. Non c'è contraddizione tra American Sniper e Gran Torino. Eastwood è un conservatore vecchio stampo, repubblicano, "di destra" diremmo noi... eppure ha una sensibilità e una capacità straordinaria nello sviscerare e mettere a nudo il suo paese. Sono due film che mostrano un'America impaurita, razzista, prevenuta, incredibilmente bigotta e incapace di adeguarsi al mondo che cambia. Gran Torino è un film che andrebbe fatto vedere nelle scuole, perchè mostra il modo più giusto nell'approcciarsi verso chi viene da fuori: ognuno può restare padrone delle proprie convinzioni ma non può ignorare che l'unico modo per convivere pacificamente è rispettare e, se proprio non si vuol capire, almeno sopportare chi ci è vicino... una grande lezione di civiltà.

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    1. Concordo in pieno. La tolleranza è ciò che manca al mondo intero, anche se penso che sia un discorso che andrebbe affrontato con le dovute premesse.

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  7. Immenso, immenso. Un film nel quale Eastwood tratteggia la situazione di un paese come gli USA che se da una parte è quello maggiormente legato a determinati valori tradizionali (potremmo dire patriottici) dall'altro è quello che subisce i più grandi cambiamenti dal punto di vista sociale-culturale-migratorio. E' come se alla fine il protagonista si facesse da parte per lasciare spazio ai nuovi nonché futuri americani. La Gran Torino probabilmente rappresenta simbolicamente proprio gli stati uniti (Walt se ne prende cura e dirà a Thao di fare lo stesso).

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    1. Già, una gran bella metafora oltre al messaggio di amicizia ^^
      Che poi quello è il destino di ogni paese, non solo dell'America.

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